Premio Pulitzer per la narrativa nel 2019, con questo romanzo Richard Powers tenta qualcosa di nuovo e importante.

Mette al centro una sovra-storia – la “Overstory” del titolo in lingua originale – che ha cioè tempi molto più lunghi di quelli di una esistenza umana. I tempi degli alberi che sono il sussurro del mondo. In una narrazione magistrale, Powers costruisce le vite di nove personaggi, legandole indissolubilmente a quelle di altrettanti alberi. E se da un lato riesce a raccontare la distanza tra universo naturale e universo umano, dall’altro sembra indicarci una strada: per gli alberi, come per noi, non esistono le specie. Esiste solo la forza dei legami naturali, degli incontri e della solidarietà: l’unica via possibile per un futuro di vita.

Patricia Westerford – detta Patty-la-Pianta– comincia a parlare all’età di tre anni.
Quando finalmente le parole iniziano a fluire, assomigliano piuttosto a un farfugliare incomprensibile. L’unico che sembra capire il mondo di Patricia, sin da piccola innamorata di qualsiasi cosa avesse dei ramoscelli, è suo padre – “la sua aria e la sua acqua” – che la porta con sé nei viaggi attraverso i boschi e le foreste d’America, a scoprire la misteriosa e stupefacente varietà degli alberi.
Cresciuta, dottorata ribelle in botanica, Patty-la-Pianta fa una scoperta sensazionale che potrebbe rappresentare il disvelamento del mistero del mondo, il compimento di una vita spesa a guardare e ascoltare la natura: le piante comunicano fra loro tramite un codice segreto.
Ma questo è solo l’inizio di una storia che si dipana come per anelli concentrici: intorno a Patty-la-Pianta si intrecciano infatti i destini di nove indimenticabili personaggi che a poco a poco convergono in California, dove una sequoia gigante rischia di essere abbattuta.

Il sussurro del mondo è un’opera immensa, un appassionato atto di resistenza e impegno, un inno d’amore alla letteratura, al potere delle storie, alla grandiosità della natura.

Il sussurro del mondo 

La Nave di Teseo

pagine 658

Maggio 2019