Il restauro del Giardino dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Inizio lavori: novembre 2022

Fine lavori: marzo 2023

Il restauro, curato dall’Associazione Premio GreenCare Aps, con il sostegno dei Soci Laura Trisorio e Gianfranco D’Amato, è stato eseguito da Euphorbia Srl – Cultura del Paesaggio, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Comune di Napoli.

L’intervento di restauro

Per la definizione di un nuovo disegno vegetazionale sono stati considerati molteplici fattori – lo stato di salute delle piante esistenti, l’antichità degli esemplari, ma anche le specie presenti nei siti borbonici circostanti – al fine di integrare la vegetazione esistente con nuova vegetazione.

La prima fase progettuale ha consistito nell’eliminazione di tutte le piante che ormai non erano più in salute, fortemente attaccate da patogeni e che non erano più recuperabili, per altre, invece, si è optato per una nuova collocazione, più adeguata ai loro fabbisogni ambientali.

Riguardo la scelta della vegetazione, ad integrazione di quella esistente, si è partiti dagli esemplari monumentali di ficus magnoloide e dal canforo che con tutta la probabilità, tenuto conto delle notevoli dimensioni, sono stati tra i primi esemplari di queste specie ad essere introdotti in Europa dall’Australia e dal Sud-est asiatico. Si è quindi continuato con la scelta di piante provenienti da luoghi esotici, soprattutto Estremo oriente, Oceania e in misura minore dal Continente americano, che avessero uno sviluppo perlopiù verticale.

Nel parterre dei ficus sono stati piantanti due esemplari di filodendri orlati (Thaumatophyllum bipinnatifidum)che con il loro portamento scultoreo e le radici aree ben si armonizzano con i fusti dei ficus.

Nel parterre centrale, della vegetazione preesistente sono rimaste solo le piante che potranno godere di una buona crescita come la lentaggine e la palma delle canarie. Qui, nella stessa posizione in cui si trovava in passato, è stata piantata una Magnolia grandiflora “Gallisonensis”, cultivar a portamento conico che lascerà arrivare la luce anche negli strati più bassi del giardino. L’aiuola, inoltre, è stata arricchita con un esemplare di camelia giapponese e due grevillee di Johnson, curiosità botaniche introdotte dall’Australia nell’Ottocento, proprio come i ficus.

Il parterre, a ridosso della facciata verso nord, è invece interessato da un’integrazione di una palma americana, al fine di riequilibrare l’altezza delle chiome e nello strato arbustivo è stato piantato un esemplare di Cycas revoluta, tra le piante più rappresentative delle importazioni di vegetali esotici da parte dei Borbone di Napoli.

Sono stati mantenuti i cespugli di melograno e di mirto che forniranno nutrimento agli insetti e agli uccelli.