Elenco delle specie più diffuse nei giardini napoletani 

Specie: Araucaria araucana – Pino del Cile

Origine: Cile centrale e Argentina centro-occidentale

L’ Araucaria araucana è una conifera appartenente alla famiglia delle Aracauriaceae che vede la sua origine nell’emisfero meridionale.
La tipologia araucaria araucana, altresì detta Pino del Cile, è un albero di media altezza, che arriva ad uno sviluppo che va dai 18 ai 25 metri. Il portamento dell’araucana varia a seconda dei diversi alberi: per alcuni infatti i rami scendono fino a toccare il suolo, per altri, le fitte ramificazioni si sviluppano molto più in alto. Ha foglie a forma di squama, spesse e rigide, con una spina acuminata che conclude il loro apice. Sono embricate lungo i rami e sono di tonalità verde scuro. Queste foglie hanno una lunga durata e nel corso degli anni sono soggette ad un lento cambiamento di colore che passa da una tonalità verde chiara ad una più scura, per poi passare al nero poco prima di cadere e lasciare maggiormente liberi alla vista i suoi rami bianchi e una corteccia scabra.
Quando giungono a maturazione gli alberi presentano fiori di grandi dimensioni sia maschili che femminili, che hanno una forma di piccoli globi e sono quasi sempre posti su alberi separati.
L’araucaria per la sua origine in territori a clima caldo gradisce le posizioni in pieno sole, oppure semi ombreggiate, provviste tuttavia di una discreta protezione dal vento. Una volta cresciuto, l’albero sopporta agevolmente anche lunghi tempi di siccità.
Tollera l’inquinamento atmosferico ed è dunque coltivabile senza eccessivi problemi in centri urbani.

Specie: Brahea roezlii – Palma Blu del Messico

Origine: Messico

Membro della famiglia Areaceae, è una palma con fusto eretto originaria del Messico dove cresce su pendii aridi e boscosi. Può raggiungere un’altezza di 7 metri per 15 di propagazione. Palma di lenta crescita, il suo fusto presenta tracce di cicatrici di foglie fibrose, è coronato da grandi foglie a ventaglio di un bel verde-blu. Le sue palme, che possono essere larghe fino a 1,20 metri, sono sostenute da lunghi piccioli spinosi che, in estate, rivelano spettacolari pannocchie di fiori gialli lunghe fino a 4 metri. I frutti rotondi, bruni e lucenti, di 2 cm di diametro, raggiungeranno la piena maturità in un anno. È una palma moderatamente resistente che, una volta ben stabilita e per un periodo di tempo molto breve, può resistere a temperature fino a -10°C.

Specie: Butia capitata – Palma della Gelatina

Origine: Brasile 

La Butia capitata, nota anche come Palma della Gelatina, è una palma sempreverde appartenente alla famiglia delle Arecaceae, è una specie nativa del Sud America, che si sviluppa su un unico fusto, raggiungendo un’altezza di circa 8 metri con tronco grigio, dal diametro di circa 50 cm e può arrivare a tale dimensione ben prima di allungarsi, dando alla Jelly Palm un aspetto piuttosto tozzo, quantomeno nella fase giovanile. Le foglie, lunghe quasi 2 metri, sono pennate, color verde-glauco, disposte a spirale, arcuate, e danno l’impressione che si “avvitino”; quest’ultima caratteristica permette di distinguere la Butia capitata dalla maggior parte delle altre Palme. Le infiorescenze emergono dallo spazio tra le foglie, possono sfiorare il metro di e sono formate da fiori gialli unisessuali, sono molto visitati da api ed altri insetti pronubi.
Il suo habitat naturale è rappresentato dalle pianure semi aride, soggette a piogge stagionali, inverno secco ed estate umida.
Ha un’inaspettata resistenza al freddo e tollerano gelate con temperature nell’ordine di -10° C.
Forse anche grazie alla sua crescita lenta, è molto longeva e può raggiungere, e talvolta superare, i 200 anni di età.

Specie: Camellia japonica – Camelia comune o giapponese

Origine: Corea e Giappone

La Camelia è originaria delle zone tropicali asiatiche, è una pianta sempreverde con uno sviluppo di tipo arbustivo di forma arrotondata. Il nome Camelia deriva da Kamel, un farmacista botanico che fu il primo ad importare questa pianta dal Giappone. Predilige un clima temperato e ricco di umidità.
La più famosa e diffusa è la camelia japonica, originaria del Giappone ma diffusa anche in Cina e India, è giunta in Europa nel XVIII secolo ed è molto diffusa in Italia.
La camellia Japonica possiede un fogliame verde scuro lucido sopra, rugoso e opaco sotto. I fiori sono grandi e di varie forme, ha un tempo di fioritura abbastanza lungo, da gennaio ad aprile. Il frutto consiste in una capsula. Sono molto longeve e possono raggiungere un’altezza di circa 7 metri. In Giappone raggiungono anche i 10 metri e producono un legno molto duro un tempo usato come carbone. La Camelia è una pianta che può resistere fino a -12° o -15°C. I suoi principali nemici sono la neve e il sole. Soltanto le gelate durante la fioritura distruggono i fiori. Per proteggerla dal sole, bisogna collocarla in un luogo ombreggiato o semiombreggiato. Nel linguaggio dei fiori regalare una camelia significa dimostrare amore romantico e di lunga durata. Questi fiori sono anche simbolo di raffinatezza e nel capodanno cinese rappresentano la fortuna. Dalla camelia si ricavano diversi tipi di tè.

Specie: Cedrus atlantica – Cedro dell’Atlantico

Origine: Nord Africa

Il Cedrus Atlantica, è originario del Marocco e dell’Algeria. Molto diffusi nella catena montuosa dell’Atlante, da cui deriva il nome, dove si trova dai 1500 ai 2000 metri, è detto anche cedro argentato per la sfumatura delle foglie. Fu introdotto in Europa a metà del secolo XIX.
Albero appartenente alla famiglia delle Pinaceae. In fase giovanile ha un portamento slanciato ed elegante, nelle piante adulte si osserva una chioma sempre più espansa e maestosa; la specie può raggiungere notevoli dimensioni, fino a 45 m di altezza e 1,5 m di diametro. La corteccia è liscia e lucente fino ai 25 anni di età, in seguito si screpola in piccole squame assumendo una colorazione grigio scuro. Le foglie sono aghiformi e sempreverdi, lunghe dai 15 ai 20 mm, riunite in piccoli fasci di 20-40 su brachiblasti molto corti. I fiori sono unisessuali e portati sulla stessa pianta; i maschili, molto numerosi, inseriti nella parte superiore dei rami, sono simili a piccoli strobili gialli ed allungati (5 cm) e sono costituiti da numerose squame erbacee inserite lungo un asse e portanti il polline; i fiori femminili, piuttosto simili ma più piccoli (circa 1 cm) sono di colore verdastro e meno numerosi.

Specie: Cedrus Libani – Cedro del Libano

Origine: Vicino Oriente, Cipro e Libano

Il Cedrus libani, nome comune Cedro del Libano, appartiene alla famiglia delle Pinaceae. pianta originaria del Libano, della Siria e della Turchia. Oggi è diffuso in tutta Europa, dove non cresce spontaneo ma viene coltivato a scopo ornamentale e per il suo pregiato legno. La foresta più nota di questa pianta si trova sul Monte Libano e raggruppa centinaia di esemplari, molti dei quali hanno più di mille anni. La leggenda del cedro del libano è una storia legata in maniera profonda e ancestrale al popolo libanese. Si narra che, la penisola anatolica, era un tempo ricoperta interamente da una foresta di cedri che regalava un intenso profumo proveniente dalla corteccia della pianta. Da qui, la pianta è diventata importantissima per i libanesi, anche grazie alla sua longevità, e rappresenta ancora oggi speranza, libertà e memoria. Col passare del tempo, le dimensioni della foresta si sono drasticamente ridotte, causa la deforestazione e i repentini cambi climatici. Oggi il Libano presenza numerose aree protette per la tutela di questi alberi, infatti a partire dal 1998 questi territori sono stati considerati dall’Unesco, patrimonio intangibile dell’Umanità.
In Italia i primi esemplari sono stati importati all’Orto Botanico di Pisa alla fine del 1700. Albero sempreverde di imponenti dimensioni. Può raggiungere i 40 metri di altezza e la chioma ha un tipico portamento a candelabro. Foglie corte, pungenti e di colore verde scuro. Sono disposte in mazzetti o ciuffi. Come in tutte le gimnosperme non sono presenti fiori ma strutture riproduttive detti strobili. Gli strobili femminili sono dei coni o pigne di colore verdastro, lunghi da 6 a 12 cm. Giunti a maturità si aprono liberando i semi. Gli strobili maschili, presenti sulla stessa pianta, sono di colore grigiastro e giunti a maturazione diventano giallastri.
Preferisce un clima temperato ma non teme né caldo né freddo. È un albero dalla crescita molto lenta.
Il cedro del Libano produce un legno molto aromatico e resistente, viene impiegato soprattutto per la costruzione di strumenti musicali.

Specie: Ceiba speciosa

Origine: Brasile, Paraguay e Argentina

La Ceiba speciosa è un albero della famiglia delle Bombacaceae. La specie è originari dell’America Meridionale, soprattutto dell’Argentina, dove è nota come palo borracho (“albero ubriaco”). La caratteristica principale di quest’albero è nel tronco, rigonfio nella parte inferiore e munito di grosse spine coniche. In natura può raggiungere i 20 m di altezza. I tessuti alla base del fusto accumulano acqua per i periodi di siccità. Ha foglie composte, formate da 5-7 foglioline glabre. I fiori, ermafroditi, sono grandi e appariscenti, con petali rosei o rossi nella parte superiore, screziati di bruno-giallognolo nella parte inferiore. Fiorisce da ottobre a novembre. Il frutto è una grossa capsula ovoidale di colore verde-bruno, con un esocarpo molto spesso, contenente numerosi semi avvolti da una fitta lanugine bianca. Sul finire del XIX secolo è stata introdotta in Italia all’orto botanico di Palermo; da lì si è diffusa come pianta ornamentale e per l’arredo urbano.

Specie: Cinnamomum camphora – Albero della Canfora

Origine: Asia orientale

Il Cinnamomum camphora, detto comunemente albero della canfora o canforo, è un albero sempreverde di grandi dimensioni, tra i 20 e i 35 metri di altezza, appartenente alla famiglia delle Lauracee, originario dell’Asia orientale, può vivere per più di mille anni. Ha fusto eretto e possente, con chioma tondeggiante ed allungata, densa, ben ramificata; la corteccia è grigio-marrone, solcata da profonde fessure. Le grandi foglie ovali, leggermente appuntite, sono di colore verde scuro, appena spuntate sono soffuse di un bel rosso vivace, solcate longitudinalmente da venature di colore verde chiaro; in primavera il canforo produce corte spighe composte da piccoli fiori bianco crema, poco appariscenti, seguiti da bacche tondeggianti, rosse, diventano nere quando sono mature. Dal Cinnamomum camphora, un tempo, si estraeva l’olio di canfora, utilizzato in erboristeria e per allontanare gli insetti; quest’olio, molto aromatico, è contenuto in tutte le parti della pianta, è tossico per l’uomo se ingerito in grandi quantità. È un albero che predilige luoghi soleggiati, o parzialmente ombreggiati; questi alberi maestosi non temono il freddo, anche se gelate tardive possono rovinare i nuovi germogli primaverili. Bisogna tenere conto dello sviluppo che potrà avere questo tipo di pianta e sistemarla in un luogo in cui possa crescere senza problemi e senza creare intralcio al resto della vegetazione. A Napoli e provincia vi sono numerosi esemplari di canforo monumentale, due dei quali risiedono al Real Bosco di Capodimonte, ritenuti alberi di eccezionale valore storico. Altri esemplari di notevole importanza sono presenti nel cosiddetto “giardino segreto” della Regina Maria Amalia di Sassonia, consorte del Re Carlo di Borbone, nella Reggia di Portici e alla Mostra D’Oltremare.

Specie: Eucalyptus camaldulensis – Eucalipto rosso

Provenienza: Australia

Eucalyptus camaldulensis, il cui nome comune è eucalipto rosso, è un albero appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, originario dell’Australia, si può trovare in molte zone del mondo dal clima temperato. In Italia è presente dal 1803. Il suo nome scientifico deriva dalla Collina napoletana dei Camaldoli, dove la specie venne descritta per la prima volta. Si tratta di un albero assai diffuso lungo i corsi d’acqua nell’interno del continente australiano. È un albero maestoso, capace di superare i 20 m di altezza, con un tronco di 2 m di diametro. Ha rami molto lunghi e penduli, che non fanno molta ombra, la sua presenza gioca un ruolo importante nella stabilizzazione delle sponde dei fiumi, consolidando il suolo e limitandone l’erosione. La corteccia di quest’albero è spessa e spugnosa, ha la forte tendenza a staccarsi, lasciando cadere a terra delle grosse placche. La corteccia giovane è rossastra, col tempo diventa grigia chiazzata di rosso, bianco e verde. Dalle fessure nella corteccia trasuda una linfa di colore rossastro.
Il legno è duro, pesante, biancastro nella parte esterna, rosso-mogano nel durame.
Le foglie sono ovate da giovane, ma la pianta adulta presenta foglie lunghe lanceolate di color verde chiaro. Le infiorescenze si trovano riunite ad ombrella all’ascella delle foglie e sono formate da 5 -10 fiori con lunghi peduncoli. Gli opercoli fiorali hanno un rostro piuttosto evidente.
La sua fioritura è prolungata, abbraccia tutta l’estate e l’inizio dell’autunno.
La Villa Comunale di Napoli ospita un meraviglioso esemplare monumentale di Eucalyptus camaldulensis alto 25 m e con una circonferenza del fusto di 676 cm.

Specie: Ficus macrophylla – Ficus Magnolioide

Provenienza: Australia (Queensland e Nuovo Galles del Sud)

Il Ficus Macrophylla, chiamato anche ficus magnolioide, è un grande albero sempreverde della famiglia delle Moraceae nativo degli stati australiani del Queensland e del Nuovo Galles del Sud.
È una pianta tipica delle foreste pluviali e, in questo ambiente, si accresce spesso in forma di rampicante parassita, quando germina sul ramo di un albero, propaga le sue radici attorno al tronco dell’ospite, soffocandolo per prenderne il posto.
È un tipo di pianta che si sviluppa enormemente in altezza arrivando fino a 60 m, con un’ampia chioma densa di spesse foglie e caratterizzata da radici aeree colonnari che, raggiungendo il terreno, si tramutano in tronchi supplementari; dei pilastri che favoriscono il sostegno del grande peso acquisito dalla sommità dell’albero. Le foglie sono larghe, ovali-ellittiche, coriacee e di colore verde scuro, lucide nella faccia superiore, argentee in quella inferiore, lunghe da 10 a 25 cm. Il frutto è un siconio edule di forma ovoidale e lungo circa 2 cm, di colore verde che con la maturazione diventa violaceo con chiazze giallo-verdi. Viene prodotto solo da alberi maturi cresciuti all’aperto; usualmente si impiantano a coppie, per questioni di impollinazione incrociata. In analogia alle altre specie di Ficus ha un insetto impollinatore specie-specifico, che ha uno stretto rapporto di simbiosi vitale con la pianta. In assenza dell’insetto la specie vive, ma non fruttifica e quindi non si riproduce per semi. Il Ficus Macrophylla raggiunse le nostre coste agli inizi del XIX secolo e prese un posto di spicco nell’Orto Botanico di Palermo. Qui, agli inizi del ‘900 il direttore dell’Orto Botanico analizzò le caratteristiche della pianta, giungendo a darle il nome di Ficus Magnolioiodes, per la somiglianza della pianta e in particolare delle sue foglie con quelle della magnolia.
Un esemplare di Ficus Magnolioides è ospitato alla Mostra d’Oltremare di Napoli. Questo esemplare monumentale ha un’età presunta di 90-100 anni ed una altezza di oltre 20m.

Specie: Ginkgo biloba

Origine: Cina

Centocinquanta milioni di anni fa, nelle terre oggi chiamate Asia, Europa e America del Nord, si estendevano immense foreste di Ginkgo abitate da dinosauri e da altri animali preistorici, poi tutto quel mondo scomparve. Nel 1754, una spedizione botanica trovò che in Cina delle piante di Ginkgo biloba erano sopravvissute a tutte le ere geologiche. Alla notizia il mondo scientifico entrò in fibrillazione e i più importanti orti botanici fecero a gara per assicurarsi un esemplare di questo fossile vivente. L’orto botanico di Parigi pagò la sua prima pianta ben 40 scudi: doveva essere una bella somma se da allora il Ginkgo è conosciuto anche col nome di ‘Albero dei 40 scudi’. In Italia fu l’orto botanico di Padova ad assicurarsi il primo Ginkgo biloba che è tutt’ora vivente e gode di ottima salute, anche l’Orto botanico di Napoli ne ospita un esemplare centenario alto oltre 16 m. Il Ginkgo biloba è una conifera ma con l’aspetto di un grande, bello e maestoso albero a foglia caduca. Ha foglie piuttosto piccole dalla curiosa forma a ventaglio spaccate nel mezzo da un taglio che forma due lobi; il loro colore è verde brillante che cambia in giallo oro durante l’autunno. Il Ginkgo biloba cresce rapidamente ed è eretto da giovane, mentre da adulto forma col tempo una grande chioma imponente che può arrivare a 30 metri di altezza. È una specie dioica, cioè i fiori maschili e femminili si trovano su piante diverse. Il ginkgo si riproduce facilmente da seme ma le piante da collocare in giardino dovrebbero essere esclusivamente da innesto perché con questa tecnica si riproducono sia le diverse varietà sia i cloni maschili che non fruttificano. I frutti di Ginkgo, prodotti dagli esemplari femminili, sono commestibili, ma hanno un cattivo odore a maturazione. È una delle piante più resistenti allo smog ed è praticamente immune da malattie. Vive bene in tutti i tipi di terreno, è resistente al caldo ed al freddo più intenso. Tutte virtù che ne fanno un albero eccellente per i giardini cittadini e per il verde pubblico. Nel 1945, nei giardini di Hiroshima bruciata dall’atomica c’erano alberi di Ginkgo biloba e alcuni si trovavano proprio nel punto dell’esplosione. Ebbene nella primavera successiva i monconi di questi alberi furono i primi e gli unici a emettere foglie. Per questo fatto in Oriente e negli Stati Uniti Ginkgo biloba è divenuto l’albero simbolo di rinascita.

Specie: Jacaranda mimosifolia – Jacaranda

Origine: Sud America

Jacaranda mimosifolia, chiamata volgarmente Jacaranda o Jacaranda Blu è una pianta appartenente alla famiglia delle Bignoniaceae, originaria del Sudamerica. La pianta ha la grandezza di un albero di medie dimensioni con tronco e rami fortemente ramificati e spesso contorti, con corteccia scura, molto rugosa e fessurata. Le foglie sono molto grandi, 20 – 30 cm. I fiori sono tubulari-campanuliformi, di colore dal celeste al lilla, raccolti in gruppi molto decorativi all’estremità dei rami. La fioritura è precoce, all’inizio della stagione calda, e interessa gran parte della chioma. La jacaranda blu è stata coltivata in ogni parte del mondo dove non c’è rischio di gelo; gli alberi stabiliti possono tuttavia tollerare brevi periodi di temperature fino a circa –7 °C. Cresce spontanea nel sud Italia, a Napoli e a Cagliari è abbastanza facile imbattersi in esemplari belli.

Specie: Jubaea chilensis – Palma da vino cilena

Origine: Cile

La Jubaea chilensis, anche detta Palma da vino cilena, è una pianta originaria del Sud America, appartenente alla famiglia delle Arecaceae. È un genere di palma sempreverde, comunemente coltivata per il suo bell’aspetto, ha una crescita particolarmente lenta e un ciclo di vita molto lungo. Si presenta con un alto tronco abbastanza tozzo, di colore grigio, che può raggiungere un’altezza superiore ai 20m e un diametro di 2, tra le palme è quella con il tronco più largo. All’apice troviamo la chioma composta dalle fronde di colore verde-argenteo. I fiori sbocciano in primavera e sono piccoli, gialli o bordeaux. I frutti sono legnosi, di colore giallo e vengono prodotti in autunno. Predilige luoghi soleggiati, ad esclusione delle piante più giovani che necessitano di ombra durante i primi anni di vita. È molto resistente al freddo; può tollerare temperature molto basse, sino ad arrivare addirittura a toccare i -15°C. In Italia è diffusa su tutto il territorio. Dalla linfa di questa pianta si otteneva un “vino” attraverso un processo di fermentazione. Questo prodotto era utilizzato dagli indigeni sudamericani prima dell’arrivo degli spagnoli. Sempre dalla linfa oggi viene prodotto il “Miele di palma “, una sorta di sciroppo molto dolce.

Specie: Magnolia grandiflora – Magnolia

Origine: Sud-est degli Stati Uniti d’America

Maestoso albero sempreverde di grande sviluppo, la Magnolia grandiflora, originario dell’America Settentrionale, può raggiungere i 20 m d’altezza e i 4 m di diametro. Ha tronco diritto, eretto, bruno-grigiastro con chioma conica. Presenta grandi foglie lanceolate, coriacee, verde lucido sulla pagina superiore e pelose e marroni in quella inferiore. Le belle foglie durano sull’albero circa due anni, poi cadono; il ciclo non è uguale per ogni foglia, quindi si verificano la perdita e il ricambio di foglie pressoché costanti, più accentuati in giugno e luglio con l’arrivo del caldo. In giugno produce grandi fiori a coppa di colore bianco crema, del diametro fino a 20 cm, molto profumati con un leggero sentore di limone. Ne derivano caratteristici frutti ovoidali a forma di pigna bruno-grigia con semi di colore rosso intenso che fuoriescono dal frutto a maturazione. Resiste al freddo e anche al gelo, se è posta in posizione riparata, meno al caldo. Necessita di un’esposizione soleggiata o tutt’al più a mezz’ombra. Questa pianta viene utilizzata prevalentemente a scopo ornamentale, sia in parchi che in giardini, grazie alle sue particolari caratteristiche armoniche. La magnolia grandiflora ama il pieno sole, ma cresce anche a mezzombra La sua preferenza va comunque a climi di tipo mite e non gradisce affatto la presenza di temperature gelide prolungate. La neve, in particolare, può danneggiare seriamente i suoi rami. Il suo nome deriva dallo storico botanico francese Pierre Magnol, che introdusse la pianta in Europa.

Specie: Phoenix canariensis – Palma delle Canarie

Origine: Isole Canarie

La Phoenix canariensis, nota anche comunemente come palma delle Canarie, è una palma dalle grandi dimensioni, nativa delle isole Canarie. Nei suoi primi anni, a crescita lenta, ha un’altezza che va dagli 8 ai 10 metri, con un diametro va dai 4 a i 5 metri. Lo stipite è voluminoso, diritto e con le cicatrici lasciate dai piccioli delle foglie cadute. Le foglie sono lunghe, pennate e dotate di un picciolo decisamente robusto, più largo in corrispondenza del punto di intersezione sul fusto. Quindi, le foglie misurano dai 3 ai 4 metri e hanno un colore decisamente brillante e appariscente. Posseggono fiori maschili e femminili su piante distinte, pertanto per la produzione dei frutti è necessario che vengano piantati vicini due individui di sesso opposto. I piccoli frutti gialli, che vengono prodotti dalla palma, non sono commestibili. La phoenix canariensis è in grado di resistere a temperature rigide, fino agli 8-10 gradi centigradi sottozero, e anche a temperature più calde, per lunghi periodi di siccità, senza avere danni di alcun genere.

Specie: Pinus pinna – Pino domestico

Origine: Regioni mediterranee (Isole Canarie, Madera, Asia Minore)

Conifera sempreverde, a crescita abbastanza rapida, il pinus pinea è originaria dei paesi che si affacciano sul mediterraneo; furono i Romani ad introdurlo nella nostra penisola. Ha fusto eretto, con corteccia rossastra, che si rompe in placche abbastanza grandi, di colore grigio-marrone. Le ramificazioni partono soltanto nella zona sommitale del fusto, dando origine ad un’ampia chioma tondeggiante, che con il tempo assume una caratteristica forma ad ombrello. Può raggiungere anche i 25 metri di altezza e la cui chioma può misurare, a maturità, anche 10 metri di diametro. Le dimensioni finali sono imponenti, ma in linea generale non è un albero particolarmente longevo, soprattutto a causa della superficialità dell’apparato radicale. Nel suo ambiente naturale vive generalmente fino a 250 anni, ma come albero ornamentale è raro che superi il secolo. Le foglie sono aghiformi, unite due a due, lunghe 10-15 cm, di colore verde grigiastro. Le infiorescenze maschili sono piccole, di colore giallastro; le infiorescenze femminili sono costituite da grandi pigne verdi, che divengono legnose a maturazione liberando i semi; si tratta di semi oleosi, con guscio legnoso, chiamati pinoli, il pino domestico è l’unica conifera da cui si ricavano quantità significative di pinoli. Sulle coste italiane si vedono molti pini domestici, poiché sono stati utilizzati in molte zone per consolidare i litorali. Si adatta a diversi tipi di suolo, sempre che non siano calcarei. Vive anche molto bene semplicemente sulla sabbia e difatti in tutta Europa sono conosciute popolazioni perfettamente adattate alla presenza di dune, in ambiente semidesertico.

Specie: Platanus hispanica – Platano comune

Origine: Ibrido (Spagna o Londra)

Platanus hispanica, comunemente noto come platano comune, spagnolo o londinese, è una pianta, di origine artificiale, appartenente alla famiglia delle Platanaceae. Difatti è anche indicato come platano ibrido in quanto si tratta di un ibrido tra il Platanus orientalis ed il Platanus occidentalis, piantati uno in prossimità dell’altro. Si dice che questa ibridazione ebbe origine in Spagna, mentre secondo altre fonti essa sarebbe avvenuta nei Vauxhall Gardens di Londra dove John Tradescant il Giovane scoprì la pianta a metà del XVII secolo. Il platano comune è un grande albero deciduo che può raggiungere i 20-30 metri di altezza nella norma e che eccezionalmente raggiunge anche i 40 metri, con un tronco di 3 metri e più di circonferenza. La corteccia è di color grigio chiaro, liscia ed esfoliante, oppure più scura e non esfoliante. Le foglie sono palmate a lobi e rimandano a quelle dell’acero. In primavera le giovani foglie sono ricoperte da una leggerissima peluria che viene persa poi con la crescita della foglia stessa. I fiori si concentrano in due infiorescenze dense e sferiche, separate tra maschi e femmine. I frutti maturano in sei mesi, presentano 2–3 cm di diametro. Affinché la pianta raggiunga il suo sviluppo massimo sono necessari tra i 20 e i 50 anni. È tra le piante che vengono più volentieri impiegate nelle città in quanto tollera abbondantemente l’inquinamento ed aiuta a ridurlo. Scrittori e musicisti si sono ispirati a quest’albero narrando gesta mitiche o musicando episodi famosi.

Specie: Podocarpus macrophyllus – Podocarpo

Origine: Giappone meridionale e della Cina meridionale e orientale

Il Podocarpus macrophyllus è una pianta sempreverde della famiglia delle Podocarpacee originaria della Cina. È diffuso allo stato spontaneo come arbusto o albero in tutte le zone a clima temperato. In natura, il Podocarpo è un albero dalla crescita lenta che raggiunge mediamente i 25 metri di altezza. Ha fusto eretto con corteccia scura e liscia di colore marrone che con l’età però tende a fessurarsi. La chioma è piramidale o ovale, densamente ramificata e compatta. Le foglie sono aghiformi, lunghe ed appiattite. La forma è oblunga-lanceolata con margine intero, di colore verde chiaro o scuro. La pianta è dioica quindi le infiorescenze maschili e femminili sono portate su esemplari diversi. Quelli maschili sono riuniti in grappoli molto fitti e producono il polline mentre quelli femminili sono solitari e producono i frutti. L’impollinazione avviene ad opera del vento. I frutti, prodotti in tarda estate, sono piccoli coni composti da 2 a 5 scaglie legnose fuse che una volta mature si trasformano in bacche carnose di color verde-blu e rosso, con apice aperto. Le bacche sono disposte in coppia e costituiscono una buona fonte di cibo per gli uccelli. I semi, generalmente uno per bacca, sono piccoli e vengono disseminati per lo più ad opera del vento ma anche dagli uccelli. Fiorisce tra maggio e giugno. È una pianta che ama i luoghi luminosi e soleggiati. Il Podocarpo nelle regioni dell’estremo oriente viene chiamato Pino dei buddisti in quanto largamente utilizzato dai monaci buddisti per adornare i templi.

Specie: Quercus ilex – Leccio 

Origine: Dall’est della Penisola iberica alla Costa Azzurra fino alla Grecia

Il Quercus Ilex, comunemente chiamato leccio, è un albero sempreverde, longevo, di media grandezza, fino a 30 m, a portamento arboreo, tipico e caratterizzante la macchia mediterranea, diffuso in particolare sulle isole e lungo le coste. La corteccia è liscia e grigia in giovane età, poi con l’invecchiare della pianta diventa dura e scura, quasi nerastra, finemente screpolata in piccole placche. Le ghiande sono impiegate nell’alimentazione dei maiali; un tempo venivano usate anche dall’uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il leccio è generalmente dalla chioma ovaleggiante di un bel colore verde scuro, il fusto è raramente dritto. Può assumere aspetto cespuglioso qualora cresca in ambienti rupestri. È poco esigente nei confronti di luce e temperatura. Le sue caratteristiche gli permettono di sopravvivere in condizioni di estrema aridità. L’apparato radicale è fittonante, diventando imponente e tale da consentire alla pianta di sopravvivere anche in ambienti estremi, quali suoli rocciosi o pareti verticali. Ha accrescimento lento ed è molto longevo, raggiungendo anche mille anni d’età. Possiede una grande capacità di emettere nuovi getti laterali anche dal ceppo restante dopo l’abbattimento della pianta o da una pianta completamente distrutta da un incendio. È frequentemente utilizzato come pianta ornamentale molto decorativa, perché sopporta bene la potatura in forme obbligate e si presta anche per alberatura stradale, essendo tra l’altro, molto resistente all’inquinamento. Nelle ville storiche è spesso fatta crescere sotto forma di tunnel. Fra gli alberi monumentali in Italia si annoverano molti lecci, fra i 15 e i 20 m di altezza con tronchi di circonferenza fra i 4 e i 5 m.

Specie: Tilia americana – Tiglio Americano

Origine: Nord America orientale

La pianta di Tilia americana, nome comune tiglio americano, appartenente alla famiglia delle Tiliaceae. È una specie originaria della parte orientale del Nord America, introdotta in Europa come pianta ornamentale e oggi piuttosto diffusa in parchi, giardini e alberature stradali di tutta Italia. è un albero deciduo, dalla forma largamente colonnare, con corteccia di colore grigio-marrone chiaro. Produce foglie da ovate ad arrotondate, di colore verde scuro, opache sopra, lucide sotto, lunghe fino a 20 cm, virano al giallo oro in autunno, poi marrone. Sviluppa cime pendule di 10-15 fiori, di colore giallo, larghi 1,5 cm, che sboccino a fine estate. Può raggiungere l’altezza di circa 25 metri. Molto longevo, emana un gradevole profumo durante la fioritura. Albero coltivato per il maestoso portamento e l’intensa fioritura che avviene tra giugno e luglio.