Il crollo di una parte del nostro Cimitero di Poggioreale ripropone il tema della cura dei luoghi della memoria come responsabilità collettiva.

Più volte l’Associazione Premio GreenCare, proprio dalle pagine di questo giornale, ha sensibilizzato gli amministratori pubblici su quanto la memoria degli Uomini illustri della civiltà napoletana fosse oltraggiata nel degrado di parchi e giardini, nelle cui aiuole sono posizionati i busti e le statue ad essi dedicati. Lo abbiamo fatto listando a lutto un’infinità di “padri” della cultura napoletana presenti nell’ex verde del quartiere Chiaia, soprattutto nel desolante scenario cui è condannata la Villa Comunale. Stessa sorte per il nostro Cimitero, dove anche la parte monumentale, con quella dedicata agli Uomini illustri, è da anni condannata all’incuria e filosofi, patrioti, scrittori, drammaturgi, poeti, attori, architetti, medici, scultori, musicisti, politici, generali, giornalisti, anche il fondatore di questo giornale, persone di valore che hanno reso immensa la cultura napoletana, giacciono in cappelle mortificate dal degrado delle architetture e del circostante verde non curato. Il vicino Cimitero degli Inglesi condivide la stessa sorte.

In numerose città del mondo, invece, i cimiteri sono luoghi di memoria così ben tenuti da meritare la visita dei turisti, perché sono anche magnifici giardini, luoghi silenziosi ed ameni in cui ritrovare, immersi nel verde, un momento di spiritualità, omaggiare la memoria dei grandi del passato, conoscere la storia di una città attraverso le tombe e le cappelle dedicate ai protagonisti. Per gli stessi motivi il Cimitero di Poggioreale meriterebbe di essere inserito nei circuiti di visita, tenuto anche conto che possiede un corredo vegetale di tutto rispetto con le ex siepi di sempreverdi e caducifoglie – piracanta, agrifoglio, bosso, pittosporo, biancospino -, siepi di conifere – soprattutto cipressi e pini -, alberature e piante di alto fusto, tra le quali spiccano magnifiche magnolie. Ma è tutto lasciato in abbandono, fatta eccezione per una superficiale ripulita in occasione della commemorazione dei defunti al principio di novembre.

Oggi l’incidente, occorso durante i lavori di scavo della Linea 1 della Metropolitana, che ha causato il crollo degli edifici di diverse Arciconfraternite, riversando le ossa dei defunti in esterno in un ammasso indistinto che strazia i parenti, ripropone con forza il tema della cura ordinaria dei luoghi della memoria. Ma anche della loro tutela e valorizzazione. Luoghi che meriterebbero di essere visitati anche dalle scolaresche per aumentare in loro il senso di consapevolezza e di appartenenza alla grande storia di Napoli.

Mentre si stanno spostando i resti di più di 200 salme in un’area del cimitero nuovo, ci saranno da approfondire le ragioni del crollo con l’individuazione delle responsabilità. Certamente il ruolo della Metropolitana di Napoli, oggi Hitachi Rail. I nostri Amministratori pubblici, chiamati a sovrintendere a tutte le operazioni, dovranno chiedere anche i danni morali, obbligando i responsabili ad un risarcimento che proponiamo sia impiegato per la manutenzione di tutto il verde del Cimitero di Poggioreale per almeno un paio di anni.

Inoltre, sarebbe auspicabile, in generale, che tutti i soggetti economici – realizzatori d’infrastrutture idriche, informatiche, energetiche – che intervengono lungo la viabilità pubblica per manutenere ed installare sottoservizi, siano sottoposti ad un “contributo green”, in denaro ovvero in prestazioni, per compensare le spese di manutenzione di tutto il verde presente nelle aree di intervento.

Quindi, oltre al ripristino dello stato dei luoghi e delle attribuzioni dei resti dei defunti ai legittimi familiari, ci dovrà essere un risarcimento collettivo per il danno emotivo di quanti hanno visto sparpagliate le ossa dei propri cari, proprio in una città in cui il culto dei morti è più sentito che altrove.

E’ l’occasione di un cambio di passo con la cura del passato che è il nostro presente per avere un futuro.