Coinvolto il Premio GreenCare nell’iniziativa “Innamorati di Napoli con gli Innamorati di Napoli”, realizzata dal Comune di Napoli, in occasione della Festa degli Innamorati, Benedetta de Falco, presidente di Premio GreenCare, cicerone illustre per un giorno, propose per l’occasione “Capodimonte ForeverGreen”, una passeggiata di promozione della conoscenza del Real Bosco di Capodimonte, affiancata e sostenuta dalle competenze botaniche del professore Carmine Guarino, e dalla storica dell’arte Antonella Pisano Leone. Vi presero parte circa 70 persone, ed anche tanti bambini. 

La giornata ha avuto come partner l’Associazione Guide Turistiche Campane, presieduta dalla dottoressa Susy Martire, che ha coinvolto numerosi storici dell’arte ed archeologici che hanno donato il proprio tempo e le proprie competenze al servizio della Città e dell’iniziativa.

Tutte le visite svolte in quella speciale giornata hanno dato vita al volume Napoli in love/ 4, curato da Piero Antonio Toma. 

Di seguito il testo che ci riguarda. 

Capodimonte ForeverGreen

Benedetta de Falco

Dall’ammirazione per la direzione di Sylvain Bellenger nasce il mio innamoramento per il Real Bosco di Capodimonte.

Siamo nel 2015: la Riforma Franceschini unisce sotto un’unica direzione il Museo di Capodimonte ed il Real Bosco: 134 ettari di verde con oltre 400 specie di vegetali,messe a dimora nell’arco di due secoli, 3 milioni e mezzo di visitatori l’anno, vengono posti sotto la stessa direzione dei15mila metri quadrati di edificio con 47mila opere d’arte.

LAssociazione Premio GreenCare nasce a ridosso di questo cambiamento (2016): ammirata dal volontariato urbano, in favore dei beni collettivi green, ricerca con attenzione una figura esemplare cui volgere lo sguardo per generare il moltiplicarsi di buone pratiche.

Sylvain Bellenger dal 2015 è a Capodimonte, chiamato nel ruolo di direttore, e comincia ad innescare il cambiamento nella gestione, soprattutto del parco, che è la vera novità del suo mandato.

Il Premio Speciale GreenCare 2017 gli viene attribuito dauna Giuria unanime ed entusiasta.

Cos’è piaciuto alla Giuria?: un parco ad ingresso gratuitoviene identificato quale elemento strategico per riaffermare e farne rivivere il suo valore sociale nel rapporto con la città.

Per raccontarvi questo cambiamento partiamo dalla mappa del sito. Siamo a Porta Grande. Sulla mappa sono indicati 17 edifici ai quali si è dato, sempre nella gestioneBellenger, un’importante destinazione d’uso, in raccordo con istituzioni, anche internazionali, e temi strategici per valorizzare il sito. Visioni di ampio respiro che tengono assieme tradizione ed innovazione, passato e futuro: dalla musica popolare con la donazione dell’archivio di Roberto De Simone (Casina dei Principi) all’innovazione con la palestra per persone con disabilità (Fagianeria), dal Centro di storia dell’arte e dell’architettura delle città portuali, in raccordo con l’Università di Dallas (Capraia), alla Scuola professionale per giardinieri (Eremo dei Cappuccini) da impiegare poi in tutta Europa. Senza tradire la vocazione agricola e produttiva del luogo, rappresentata dal Giardino Torre con il ristorante a chilometro “vero” e la produzione di mandarini che continua ininterrotta da 200 anni.

Bellenger nei primi mesi del suo mandato restituisce, con una semplice attività di potatura, il rapporto tra il reale sito ed il mare: il panorama era completamente ostruito. Così oggi dal Belvedere possiamo guardare lontano, fino a Capri ed alla Punta Campanella, ma anche salutare Castel Sant’Elmo e la Certosa di San Martino, sorvolando sulla bella cupola della Basilica dell’Incoronata. RiconnettereCapodimonte alla città ed al mare è una mossa vincente perché segna il passaggio all’apertura, all’accessibilità ed all’inclusività.

L’area a verde del Belvedere, nata come giardino paesaggistico con i Borbone, un paesaggio inserito davvero nel paesaggio, viene trasformata da Umberto I di Savoia con l’introduzione delle palme ed il trasferimento di unafontana, dalla zona della frutteria/Giardino Torre, per dare maggiore enfasi al luogo. La Fontana è oggi oggetto di un restauro, sostenuto da Ferrarelle Spa.

In cammino verso la Porta di Mezzo possiamo accarezzare con lo sguardo le grandi praterie che circondano il palazzo: sono in perfetto ordine. Questo perché Bellenger, sin dall’inizio, ha condiviso con i visitatori le diverse fasi della trasformazione del parco per generare luoghi idonei e dedicati a molteplici attività: culturali, sportive, ricreative. Su tutto è stata enfatizzata la conoscenza del valore del sito: un giardino storico con una riserva di biodiversità, ma anche un patrimonio ambientale di dimensioni determinantiper il futuro della città. Dimensione straordinaria che è possibile apprezzare solo in una carta della città di Napoli, oppure in una visione aerea del sito.

Le nuove regole del parco hanno previsto la creazione di un’area per giocare a calcio (in tarda primavera sarà anche consegnato il primo campetto in erba riciclabile), un campo da cricket, uno di basket, un’area pic nic, ed un’altra per lo sgambamento dei cani. Anche le attività di manutenzione sono spiegate ai visitatori con cartelli dedicati, affinchè la cura sia partecipata e faccia nascere il rispetto per chi vi lavora e per i luoghi. Le panchine vengono date in adozione, così come i beverini per i cani. Parole d’ordine: partecipazione, affezione, rispetto. Far diventare Capodimonte un luogo del cuore dei napoletani.

Tra gli interventi recenti più interessanti: la restituzione del verde nel suo assetto originario del viale che, all’altezza della Porta di Mezzo, introduce al giardino tardo-barocco, dove, avvalendosi di foto di archivio, sono state messe nuovamente a dimora due grandi palme ed imponenti camelie. Anche qui è entrato in scena un mecenate: AntonyMorato. Addentrandoci nel Bosco, scegliendo uno deicinque viali che partono dall’emiciclo, giungiamo alla Cappella San Gennaro, realizzata dai Borbone per i dipendenti, ed in prossimità del Cellaio, un tempo adibito al ricovero degli attrezzi, è l’Istituto Caselli dove ebbe inizio la prestigiosa e gloriosa storia della Real Fabbrica di Capodimonte. Ancora attivo e dinamico, attende trepidante l’arrivo dell’architetto Santiago Calatrava che ha promesso di cuocere, nei suoi forni, alcuni suoi pezzi unici per una mostra che sarà ospitata nel Cellaio (2019).

Tutt’intorno si stendono prati in ordine con gruppi di magnolie ed altra vegetazione che delimita immense aiuole che brulicano di famiglie con bambini e persone che si godono la giornata di sole.

Capodimonte ForeverGreen è un augurio ma è anche già una realtà luminosa.