Prosegue la rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza, curata da Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta

Oggi andiamo a conoscere l’“Albero ubriaco”, conosciuto come Chorisia Speciosa, presente nei giardini La Mortella di Ischia e nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta.

 

Quando trascorro qualche giorno nell’isola d’Ischia mi ritaglio sempre del tempo per visitare gli splendidi giardini La Mortella della Fondazione William Walton a Forio. Nei miei articoli ho spesso descritto piante esotiche presenti in questi giardini e nel Giardino Inglese del Parco della Reggia di Caserta. Queste due splendide realtà verdi sono accumunate dalla straordinaria varietà di piante autoctone ed esotiche inserite in un paesaggio dove il clima favorevole e la presenza costante dell’acqua contribuiscono a renderle uniche ed incantevoli con scorci e punti di vista mozzafiato, sebbene siano diverse per posizione geografica, trovandosi una in un’isola del Golfo di Napoli e l’altra nella mitica piana campana. Sabato scorso dopo aver ricevuto in biglietteria la mappa dei giardini La Mortella ho pensato di recarmi subito al Cortile delle Palme per visitare la Serra Victoria House che custodisce al suo interno la ninfea più grande del mondo la Victoria amazonica in grado di galleggiare e sostenere pesi anche notevoli grazie alla conformazione delle robuste nervature della pagina inferiore, in parte ricoperta da spine acuminate, che le permettono di accumulare aria e galleggiare.

Superata la prima splendida fontana, che si incontra all’ingresso dei giardini con il canale d’acqua rettilineo progettato dal paesaggista inglese Russel Page, che ricorda tanto i giardini spagnoli del Generalife a Granada, ho visto una splendida Chorisia Speciosa dal tronco particolare perchè ricoperto da spine distanziate di forma conica come potete vedere dalla foto.

Il tronco con le spine coniche della Chorisia speciosa dei Giardini La Mortella di Ischia

Ogni volta che incontro una Chorisia penso alla mia infanzia trascorsa a Buenos Aires dove le Chorisie o Palo Borracho(albero ubriaco), come vengono comunemente chiamati questi alberi, sono presenti in moltissime vie della capitale o piazze come l’Avenida 9 de Julio o nella Plaza San Martin.

L’ispiratrice dei giardini La Mortella è stata Susana Gil, nata in Argentina, dove conobbe e sposò giovanissima il compositore inglese Sir William Walton. In una interessante pubblicazione “La Mortella”, dedicata alla descrizione dei giardini, Susana Walton racconta di quando nel 1984 portò da Buenos Aires a Forio d’Ischia, dove i due coniugi decisero di trasferirsi alla fine degli anni 40 del Novecento, alcuni semi di Chorisia, prelevati da esemplari che dimoravano nelle vicinanze del Teatro Colon, il teatro d’Opera più importante della capitale argentina, dove ci fu la prima del Belshazzar’s Feast opera corale del marito scomparso a Forio d’Ischia nel 1983.

In autunno ci si incanta davanti all’esemplare di Chorisia generato da quei semi argentini sia per l’altezza raggiunta che per i suoi fiori bianchi e rosa simili ai fiori delle orchidee, fioritura apparsa per la prima volta dopo dodici anni dalla semina come racconta Susana nella sua storia.

Realizzare questo angolo di paradiso, vista la conformazione del luogo, non è stato facile per i coniugi Walton, ma è stata la tenacia e la determinazione di Susana a superare tutte le difficoltà incontrate nella sua realizzazione come mi racconta oggi l’amica e curatrice dei giardini Alessandra Vinciguerra che si dedica con passione e competenza alla loro cura.

Alla fine dell’Ottocento due splendidi esemplari di Chorisia arrivarono anche nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta, grazie al direttore dell’Orto Botanico di Napoli che era anche il direttore del giardino, il botanico Nicola Terracciano. Terracciano pensò di mettere a dimora le Chorisie nella Serra Monumentale costruita dopo l’unità d’Italia perchè non poteva allora immaginare che questa specie potesse tranquillamente vegetare all’aperto nel nostro clima. Ogni anno anche questi esemplari si ricoprono di splendidi fiori e di frutti che aprendosi lasciano intravedere la fibra vegetale simile al cotone. Oggi il nome scientifico Chorisia speciosa è diventato il sinonimo di Ceiba speciosa. Il genere Ceiba, un tempo Chorisia,  appartenente alla Famiglia delle Malvaceae è formato da ben 18 specie tropicali.

Tra queste specie la più famosa è la Ceiba pentandra chiamata anche Kapok per la fibra vegetale simile al cotone che producono i suoi frutti. La Ceiba speciosa la nostra Chorisia viene anche chiamata Falso Kapok perchè anche i suoi frutti producono una morbida lanugine, una fibra vegetale, contenente al suo interno i semi.

La fibra vegetale racchiusa nei frutti della Chorisia insieme ai semi

Il suo luogo di origine è il Nord Est dell’Argentina, il Brasile, il Paraguay, la Bolivia ed il Perù. Questi alberi sopportano lunghi periodi di siccità nei luoghi di origine perdendo le foglie e trasformando il fusto in una riserva d’acqua tanto da assumere la forma a fiasco che giustifica il nome comune albero ubriaco (Palo Borracho). Gli esemplari dei giardini La Mortella e quello del Giardino Inglese non presentano la forma a fiasco del tronco. Per manutenere un giardino insieme alla dedizione dei curatori è necessaria una cura costante che prevede una programmazione degli interventi e risorse economiche adeguate affinchè le specie che vi dimorano siano mantenute in buona salute.

Da oggi la Rubrica Di Verde in Verde sarà quindicinale e potrete scrivere alla redazione di Sabato Non Solo Sport (vincenzo.dinuzzo@libero.it) per ricevere utili consigli su come coltivare le vostre piante. Cercherò di rispondere a tutte le vostre email.