Rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza.

di Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta

 

Nel periodo che precede la Pasqua leggiamo o ascoltiamo racconti, storie e citazioni  tratte dall’ Antico e dal Nuovo Testamento dove sono menzionate piante del Bacino del Mediterraneo.

Negli ultimi anni molti Orti Botanici hanno predisposto percorsi per ricordare le piante menzionate dalla Bibbia ed anch’io vorrei raccontarvi di due specie botaniche che ritroviamo non solo nella storia dei popoli antichi ma anche nelle Sacre Scritture: il Cedro del Libano (Cedrus libani) e la Vite (Vitis vinifera) e vegetano la prima nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta e la seconda nell’Oasi ambientale WWF Bosco di San Silvestro.

Prima di descrivervi il Cedro del Libano sento il bisogno di fare chiarezza sul nome cedro con il quale viene indicato sia la conifera simbolo del Libano che un agrume antichissimo, il Citrus medica. Questa coincidenza è da ricercare nel nome scientifico di origine latina dei due generi  Cedrus e Citrus che hanno portato ad uno stesso nome comune Cedro. L’origine di questa conifera è nel suo nome, il Libano, estendendosi fino alla Turchia e alla vicina isola di Cipro. Un tempo la catena montuosa libanese era verdissima per la presenza delle foreste di cedri mentre oggi gli esemplari sono ridotti ad alcune centinaia protetti dall’UNESCO. In epoca antichissima il legno del Cedro veniva utilizzato per la costruzione di navi, templi e palazzi dagli egiziani, fenici, assiri, persiani, babilonesi, israeliti, greci e romani. Il suo uso era così indiscriminato che l’imperatore Adriano per contrastare il taglio delle foreste di cedri emanò un editto per tutelarle nel  118 d.C.

Nella Bibbia c’è scritto che Re Salomone utilizzò assi e travi di Cedro per ricoprire il suo tempio (iRe6.9). Nel 1954 una grande nave, lunga ben 40 metri, fu ritrovata vicino alla piramide di Cheope interamente costruita con legno di cedro. Inoltre l’olio ottenuto dal suo legno era preziosissimo nell’antico Egitto per l’imbalsamazione dei defunti. Per gli Ebrei era simbolo di grandezza e potenza se pensiamo ai 40 metri di altezza che può raggiungere il tronco e alla sua ampia chioma. Il Cedro del Libano appartiene alla famiglia delle Pinaceae ed il primo Cedro arrivato in Italia nel 1787 fu messo a dimora nell’Orto Botanico di Pisa. Nel 1843 un Cedro fu piantato nel Giardino Inglese, nella prateria che degrada verso l’ingresso del Bagno di Venere, come ci racconta il botanico Nicola Terracciano, direttore del giardino dal 1861 al 1890, nel libro I legnami di Terra di Lavoro del 1879. E’ molto facile identificarlo nella prateria per la sua maestosità, per la chioma verde scuro e per i rami possenti che si incurvano verso l’alto assumendo la forma classica detta a candelabro. Essendo una conifera presenta foglie aghiformi  sempreverdi, raccolte in ciuffi sui rametti corti mentre i coni hanno una forma a barile e una volta maturi desquamano lasciando liberi i semi.

Il cedro del Libano del Giardino Inglese è una delle piante monumentali inserite nel percorso degli alberi da abbracciare ed appena sarà possibile visitare il giardino vi invito a farlo.

La vite arrivò in Italia grazie ai coloni greci nell’VIII secolo a.C. e si adattò così bene al clima dell’Italia meridionale che Sofocle dichiarò l’Italia terra prediletta dal dio Bacco. La vite è una pianta legnosa a foglie decidue ed i rami detti tralci sono muniti di viticci per aggrapparsi. Le foglie hanno la forma del palmo della mano mentre i fiori sono piccoli e riuniti in grappoli e si formano sui rami dell’anno. L’uva è costituita dai grappoli, formati dai raspi ed acini che contengono i semi chiamati vinaccioli.

Il clima adatto alla sua crescita deve essere caldo- temperato, asciutto e soleggiato. Queste condizioni climatiche sono rispettate nell’antica vigna borbonica ripristinata nel 2018 da Tenuta Fontana nell’Oasi del WWF Bosco di San Silvestro alle spalle della cascata del Parco della Reggia di Caserta. La varietà prodotta nel vigneto è il Palagrello bianco e nero dell’antica tradizione del nostro territorio che sarà distribuita con il marchio “Vigna di San Silvestro-Reggia di Caserta”.

La vite cresceva spontanea circa diecimila anni fa in una zona compresa fra il Caucaso e l’Egitto, la Mezzaluna fertile. Si racconta che Noè dopo il diluvio piantò una vigna che gli avrebbe dato del buon vino.

Nel Nuovo Testamento (Vangelo secondo Giovanni,15) è Gesù che dichiara ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il coltivatore …”. Al tempo dei romani era famosa la varietà Falernus prodotto nella Campania felix ai piedi del Monte Massico. A raccontarci dell’uva e del vino sono anche gli affreschi pompeiani. Come non pensare alla Catalanesca coltivata nell’area vesuviana. Dopo la caduta dell’impero romano la coltivazione della vite fu poi ripresa dalla Chiesa Cattolica e dai monasteri perchè avevano le risorse per produrla e questo fu determinante per espandere questa coltivazione in tutta Europa.