Non lo so quando abbiamo deciso che le piante non fossero esseri viventi con il mondo vegetale confinato ad elemento coreografico o produttivo.

Il mondo animale, con i cani ed i gatti, ha avuto maggior fortuna! Ma neppure poi tanta se pensiamo all’estinzione di tante specie, quelle attualmente minacciate, e alla barbarie degli allevamenti intensivi.

Eppure noi non potremmo vivere senza le piante, mentre loro senza di noi, non sono vivono, ma guadagnano spazio, salute e vigore, come lo ha confermato la pausa per l’emergenza sanitaria dovuta al virus cinese.

La componente verde delle nostre città è progressivamente diventata marginale al nostro sguardo, ed abbiamo sviluppato una diffusa “cecità alle piante”. Tant’è che le incrociamo distrattamente nei nostri percorsi urbani, salvo accorgerci della loro presenza quando ci sentiamo minacciati, oppure siamo sul punto di perderle, con la conseguente modifica dell’estetica del paesaggio in cui viviamo o di cui godiamo.

Così dalla cecità, trascuratezza e noncuranza siamo passati in fretta all’azione straordinaria emergenziale con la quale si cerca di porre rimedio alla voce alta della critica dei cittadini con l’alleggerimento della coscienza di chi ci amministra ed ha responsabilità sul tema.

Risultato? Intervengono quasi sempre i Vigili del Fuoco. Sic! E danno vita, o per meglio dire morte, a capitozzature selvagge che infieriscono duri colpi alla vegetazione, minandone ulteriormente la prospettiva di futuro, distruggendo gran parte del patrimonio verde, e facendo, nella fretta, di “tutta l’erba un fascio”.

Questa visione antropocentrica determina risposte non ponderate, non alleate ai pareri degli esperti, ed andrebbe contrastata. Innanzitutto bisognerà abbassare i toni, e in un dialogo sereno:

– promuovere la consapevolezza dell’importanza strategica della componente verde in ambiente urbano;

– sensibilizzare l’amministratore pubblico ad una corretta gestione-manutenzione delle aree verdi;

– collaborare con l’amministratore pubblico, laddove è in palese difficoltà, con proposte ed azioni supportate dalle competenze;

– pungolare l’esperienza delle adozioni di aree verdi affinché il privato non faccia peggio del pubblico;

– favorire la partecipazione dei cittadini alla cura delle aree verdi della città con azioni condivise di pulizia e manutenzione;

– creare momenti di crescita collettiva con lezioni di giardinaggio ad opera di competenze.