La Fase 2, sulla quale avevamo investito l’illusione di trovare una città pronta ad accoglierci ed a farci godere di spazi pubblici, al costo solo delle tasse già pagate da noi virtuosi cittadini, ha fin dai primi giorni mostrato il suo livello di criticità.

Un braccio di ferro tra Comune di Napoli e Sindacati, che rimproverano  Palazzo San Giacomo di non aver munito i giardinieri comunali di dispositivi di sicurezza in ragione dei rischi di contagio, nei fatti dimezza la forza attiva nella cura del verde. Colpevoli anche le Municipalità che non si attivano scaricando tutta la responsabilità sul Comune, invece di provare a dare una mano, magari anche con il coinvolgimento di privati.

Sarebbe, però, un’offesa all’intelligenza dei più ascrivere il degrado di aiuole, parchi e giardini napoletani, solo all’emergenza coronavirus mentre i guasti della gestione del verde urbano esistono da prima. Criticità che la situazione attuale ha solo mostrato con maggiore evidenza, anche in ragione delle scuole chiuse e di una grande fascia di popolazione che desidera stare all’aria aperta con più convinzione di prima.

Accanto alla cura ed alla manutenzione, che devono tornare ad essere un dovere quotidiano in tutti i quartieri affinché non ci siano cittadini di Serie A e cittadini di Serie B, chiediamo che sia ampliato l’orario di apertura dei parchi pubblici che ora purtroppo è fino alle ore 15.30. Magari con un servizio di sorveglianza ad opera di volontari scelti tra Protezione Civile, Servizio Civile, ecc.

La Fase 2 è nel verde, più che nel mare. Perché il verde è accessibile a tutti.