Il Giardino Inglese della Reggia di Caserta

Potremmo cominciare dalla fine e cioè dal tasso taurino che affonda le sue radici in uno scenario da sogno, accanto ad un laghetto nel quale si specchia una Venere accovacciata. Siamo all’interno del Giardino Inglese della Reggia di Caserta.

Un autentico giardino di paesaggio, primo in Italia, voluto da Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV (re di Napoli dal 1759 al 1816, poi divenuto Ferdinando I Re delle Due Sicilie fino alla sua morte nel 1825), per rivaleggiare con i più bei giardini delle regge europee. Fu Sir William Hamilton a suggerirle di far realizzare un giardino inglese nell’area orientale del Parco della Reggia e di chiamare in soccorso di Carlo Vanvitelli, che era all’opera in quei luoghi, un abile giardiniere ed esperto botanico, attivo in Inghilterra: Giovanni Andrea Graefer. In virtù della copiosa disponibilità di acqua, proveniente dall’Acquedotto Carolino, il giardino, 23 ettari di terreno fertile ed irrigabile, fu pensato senza uno schema preciso: abolite tutte le geometrie, qui anche i vialetti sono curvilinei, a tutto vantaggio di un effetto spontaneo e naturale con numerose “sorprese”, rappresentate da laghetti, ruscelli, tempietti, e finte rovine che contribuiscono a conferire ai luoghi un’atmosfera molto suggestiva.

Oltre alle serre, ai boschetti, ed ai tanti elementi statuari, provenienti sia dai giardini dell’antica proprietà Acquaviva Caetani sia dalla Collezione Farnese, contribuisce alla sua bellezza anche l’Antica Serra dell’Aperia, piccolo edificio destinato un tempo all’allevamento delle api, utili impollinatrici per rigogliosi giardini, oltre che produttrici di miele. Oggi l’area è un teatro all’aperto dove si svolge la manifestazione “Un’estate da Re”.

Le cicale, con il loro canto ossessivo, assieme allo scorrere dell’acqua, riportano il visitatore in una dimensione estraniante e molto utile a ritemprarsi, sotto le numerose zone di ombra naturale, favorite dalle grandi chiome di diverse varietà di alberi di bellezza straordinaria. Eucalipti, ippocastani, canfori, magnolie, pini, allori, rose antiche e botaniche, palme da datteri e cedri, ed altre piante esotiche e rare, oltre alla prima camelia arrivata nell’Europa Continentale, proveniente dall’Inghilterra (si contende il primato con Germania e Portogallo), fanno di questo giardino una sorta di primo “giardino botanico” italiano. Ed, infatti, i successivi curatori del giardino, i botanici Giovanni Gussone e Nicola Terracciano, contribuirono con il loro lavoro alla denominazione del luogo in Real Giardino Botanico di Caserta. Immortalato da Eugenio Montale nei celebri versi “Nel Parco di Caserta”, contenuti nella raccolta “Le occasioni”, laddove il poeta si focalizza sulla bellezza di una araucaria, la spettacolare conifera, i cui rami vengono paragonati a braccia di madri umane e materne. Qui la biologa, esperta di botanica, Dolores Peduto ha dato vita a percorsi tattili-olfattivi per offrire a tutti i visitatori, anche a quelli più fragili, un’esperienza di visita indimenticabile alla scoperta di un giardino storico. Su tutto è impresso il percorso che conduce a quella che Tiziano Fratus ha definito la “laguna blu” del Giardino Inglese e cioè il Bagno di Venere. “Un sentiero sprofonda nella roccia muschiata. Si scende come Dante in un girone, un bivio crea due passaggi sotterranei, molto suggestivi, muovo alla mia destra, e si arriva, fra pietre e rumori di acque che si frangono, ad un laghetto” (Tiziano Fratus, L’Italia è un giardino). Qui possiamo spiare una Venere che si specchia in un’acqua limpidissima, ripulita con intelligenza da una famiglia di gamberi di acqua dolce. E’ una statua di Tommaso Solari del 1762, perfettamente integrata nel luogo ed abbracciata da una vegetazione fitta che genera ombre in movimento, complice il riflesso dell’acqua dell’invaso. Una magia che si spera sia conservata inalterata per molti anni a venire.

Per saperne di più: www.reggiadicaserta.beniculturali.it

Cover di Where Naples – settembre 2018