Ci siamo imbattuti in questa notizia straordinaria. È pubblicata sul profilo Facebook di Ecologia e scienze naturali. Ve la riportiamo fedelmente.

“Napoli è uno straordinario libro di storia, le cui pagine si sviluppano in verticale dal sottosuolo a noi. Nel tufo eruttato in migliaia di anni dai Campi Flegrei, i greci hanno iniziato a scavare gallerie su gallerie per l’estrazione della roccia, attività proseguita per millenni. Queste gallerie, nel corso della storia, hanno funzionato anche da acquedotto e poi, addirittura, da ricovero durante l’ultimo conflitto mondiale. La Galleria Borbonica, nel cuore pulsante della città partenopea, è uno splendido esempio dell’intersecata e complessa storia della città di Napoli. Qui, nonostante la lontananza dal sole che spesso bacia vicoli e strade del capoluogo campano, si può trovare una piccola pianta che aggiunge grande fascino ad un luogo già di suo davvero sorprendente. In una delle ampie cisterne presenti lungo il percorso, poco sopra un faretto, è possibile notare una curiosa piantina. Non è raro che nascano alghe, muschi o piccole piante nelle gallerie usate dall’uomo, perché la luce artificiale può essere sufficiente alla sopravvivenza di questi organismi autotrofi, ma qui parliamo di una felce che non è comune come il capelvenere. Si tratta di Pteris vittata L., la pteride a foglie lunghe. Perché il suo ritrovamento nella Galleria Borbonica è un dato interessante? La P. vittata è una cosiddetta felce pantropicale, ossia diffusa in maniera piuttosto ampia in tutte le zone tropicali del mondo. Com’è possibile ritrovarla a Napoli? Questa felce, così come Pteris cretica L. e Woodwardia radicans (L.) Sm. sono felci che esistono allo stato selvatico in Campania, in pochi luoghi molto particolari. Si tratta di specie “relitte” del Terziario, che si sono diffuse in Europa durante periodi caldo-umidi prima degli eventi glaciali del Quaternario. Durante le glaciazioni, queste piante si sono “rifugiate” in luoghi particolari, dove le condizioni di temperatura e umidità ne hanno consentito la sopravvivenza. La Valle delle Ferriere, ad Amalfi, ospita tutte e tre queste felci, ma altri popolamenti di queste felci particolari si possono trovare ad Ischia o sul Vesuvio. Ma anche nella città di Napoli, con le sue mura tufacee e i suoi vicoli, le Pteris hanno trovato nicchie in cui sopravvivere. Nota già a Michele Tenore nel 1831 nella zona dell’Istituto Veterinario, anche Francesco De Rosa riportava, nel 1906, la presenza di P. cretica per la città di Napoli, scrivendo che era «Rara. Ne raccolsi qualche esemplare nel cortile dell’ex Monastero di S. Domenico maggiore e ne ho viste al vico Sacramento a Foria presso una grondaia, che perdeva acqua, donde il muro esposto a N. era tutto inverdito». Successivamente, nel 2000, nella flora di Napoli, fu confermata la presenza di P. cretica e fu segnalata, per la prima volta, anche P. vittata su «un muro in prossimità di una grondaia» ai piedi del quartiere Capodimonte. La presenza di queste felci nella città di Napoli mostra, quindi, conoscenze lacunose che denotano una certa rarità di queste piccole piante amanti dell’umidità. La presenza di P. vittata nella Galleria Borbonica, quindi, aggiunge una curiosità affascinante a questo luogo straordinario. Ma come ci sarà arrivata? Presumibilmente, una spora proveniente da qualche popolamento sconosciuto tra i quartieri S. Ferdinando e Montecalvario si deve essere insinuata nel sottosuolo e ha germinato in quel remoto angolo di luce e umidità. Non c’è modo di sapere quando sia giunta la spora, ma è suggestivo sapere che piante che hanno colonizzato l’Europa prima dei romani, prima dei greci e prima delle glaciazioni, possano nascere spontaneamente nel sottosuolo napoletano, ventre di storia, cultura e natura.

Un ringraziamento particolare al Dott. Marco Manin per la sua cordiale disponibilità e gentilezza nonché a tutto lo staff della Galleria Borbonica che ha da subito mostrato interesse per questa piccola vicenda botanica” .

Opere citate:
Tenore M., 1831. – Sylloge plantarum vascularium Florae Napolitanae hucusque detectarum. Tipografia del Fibreno, Napoli.
De Rosa F., 1906. – Contributo alla flora murale e ruderale di Napoli. Bull. Soc. Nat. Napoli, 19: 219-238.
De Natale A. & La Valva V., 2000. – La flora di Napoli: i quartieri della città. Webbia 54(2): 271-375.