L’Associazione Premio GreenCare è stata invitata a portare la testimonianza del proprio fare all’incontro promosso dal Comitato per la Difesa del Verde urbano – Gazebo Verde esvoltosi nella Sala Consiliare “Silvia Ruotolo” della V Municipalità (Vomero).

La presidente di Gazebo Verde Maria Teresa Ercolanene ha messo in evidenza quanto verde sia andato perduto dall’ultimo censimento sul verde urbano del 2015 ad oggi, prendendo ad esempio alcuni quartieri della città (Vomero, Posillipo, Fuorigrotta). Un abbattimento di alberi per senescenza, ma anche in maniera indiscriminata per emergenza, che ha impoverito il tessuto urbano del suo decoro, dell’apporto di ossigeno, e culminato con la chiusura e l’interdizione alla fruizione di importanti polmoni verdi.

Interessante l’intervento dell’agronomo Giuseppe Esposito (ASL Napoli 1)che ha evidenziato come l’assenza di cure e le capitozzate selvagge abbiano ulteriormente minato le speranze di vita in ambiente urbano degli alberi, la cui attesa media di sopravvivenza è di 70/80 anni, rispetto ai 150 in campo aperto.

Sul verde storico da salvaguardare si è soffermata la storica e critica d’arte Mimma Sardella che ha delineato la grande stagione della messa a dimora di verde con un piano animato da competenze, soprattutto nel Settecento e fino al Ventennio fascista. Un verde che andrebbe assolutamente salvaguardato nel rispetto della valenza storica e culturale della città.

Impegnata con gli studenti a realizzare progetti di parchi e giardini a Napoli, tali da divenire una buona palestra per i futuri architetti, è la professoressa Emma Buondonno, del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. Ha sottolineato con vigore il tema delle competenze e del dialogo tra architetti ed agronomi per definire le scelte del futuro green di Napoli. Ha evidenziato come scelte errate in termini di cubature ma anche il prossimo sciagurato impiego di suolo per nuovi alloggi, determinerà un ulteriore depauperamento di aree che potrebbero essere volte a verde nell’interesse generale. Inoltre, ha auspicato la necessità di portare avanti una politica di recupero sia per gli alloggi in disuso sia per volgere al verde Bagnoli e Napoli Est.

Premio GreenCare, presente con Benedetta de Falco, ha sottolineato il valore sociale del verde urbano ed aggiunto: “Il verde che resta in città non resisterà per molto tra mancanza di cura, senescenza della vegetazione, cambiamenti climatici con fortunali che si alternano a siccità. Dobbiamo lottare per salvare ogni porzione di verde disponibile e per eliminare tutti gli elementi di degrado, come le ceppaie degli alberi segati, che producono ulteriore degrado e disaffezione a frequentare le aree verdi. Il tema del verde a Napoli ha bisogno di una regia tecnica che attivi competenze specifiche, e non improvvisazioni volontaristiche, sebbene siano da apprezzare, provenienti dal volontariato dal basso. Servono i professionisti. Il verde è una cosa seria. Stiamo parlando del futuro dei nostri nipoti”.

Luca Mansurrò, associazione Mediterraneo Ets, ha ribadito il ruolo delle associazioni come pungolo per tenere alta l’attenzione sul tema del verde urbano ed in dialogo propositivo e costruttivo con l’amministrazione cittadina per il miglioramento generale del decoro e della fruizione di parchi e giardini.

Enrico De Marco, associazione Terra Dea, ha portato la testimonianza di un condominio che ha messo a dimora un leccio nella propria area di pertinenza.

Damiano Barbato, associazione Parco Robinson, ha denunciato l’impossibilità, per un quartiere popoloso come Fuorigrotta, di utilizzare un giardino pubblico e gratuito. Nei fatti il Parco Robinson è stato attribuito alla gestione della Mostra D’Oltremare ed è ad ingresso a pagamento (1 euro). Ma nel frattempo è interdetto alla frequentazione per alberature pericolose.

Marco Ferruzzi, associazione K Marin, ha svolto un intervento supportato da fotografie allucinanti: un viaggio nell’orrore nei quartieri di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio alla ricerca di un verde forse perduto per sempre, sottolinenando la gravità della situazione che registra un numero impressionante di aree verdi interdette alla fruizione, se non divenute vere e proprie giungle urbane.

Positivo l’intervento di Silvestro Caputo, funzionario dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania, che ha dato speranza. Ha sottolineato che in Regione ci sono competenze e fondi per arginare le lungaggini del Comune di Napoli. Tant’è vero che hanno già incontrato tutti i Presidenti delle Municipalità, ai quali hanno chiesto l’indicazione di aree verdi – almeno due per Municipalità – da investire con le loro azioni di recupero. Si stanno svolgendo i sopralluoghi che sono stati quasi ultimati e poi si provvederà ad intervenire.

L’incontro è stato molto utile anche nel convincimento che è importante condividere valori e visioni per fare massa critica e spingere l’Amministrazione comunale ad intraprendere un percorso virtuoso per il verde, percorso che ancora non è iniziato.