Dopo settimane di isolamento in casa, la vita all’aria aperta appare come una vera consolazione per tutti: per troppi giorni è stata un miraggio.

Parchi e giardini pubblici si ripresentano come una delle maggiori opportunità per rinascere, rigenerarsi, riprendere timidamente il contatto con il “fuori” contrapposto al dentro. E forse perfino l’incontro con l’altro, seppur nelle distanze sociali obbligatorie per sentirci tutti al sicuro. Per riprendere confidenza con la socialità, seppure nella distanza.

Il godimento del verde è soprattutto una esperienza fisica, poi anche celebrale e sentimentale/emozionale/psicologica. Pertanto non può in alcun modo essere sostituita da una esperienza virtuale. Anzi, l’esperienza di un video riferito ad un’area verde, genera malinconia e frustrazione di non poterla godere.

Sappiamo che il Comune di Napoli, attraverso l’Assessore al Verde Luigi Felaco, ha dichiarato di essere impegnato nella manutenzione del verde urbano, ma ci raggiungono immagini di molto degrado che ancora attanaglia tanto verde pubblico. E tante sono ancora le aree verdi nella indisponibilità dei Napoletani per situazioni di degrado allarmanti.

Lo stesso Sindaco di Napoli quando affronta il tema della cosidetta Fase 2 non fa mai riferimento esplicito a parchi e giardini pubblici, quali elementi strategici del cambio di stile di vita, cambio di passo necessario per affrontare una crisi economica e sociale che toccherà tutte le categorie di cittadini.

Il verde pubblico, ad accesso gratuito e pertanto democratico, è un bene nella disponibilità di tutte le fasce di cittadini, o per il popolo come il Sindaco ama definire i Napoletani, e può generare benessere diffuso e molti motivi di soddisfazione da contrapporsi alle frustrazioni che la crisi economica genererà tra le persone.

Accanto ad un maggior numero di tavolini ed ombrelloni con l’allargamento degli spazi dedicati alla ristorazione, fruizione che potrebbe essere preclusa ad ampie fasce di popolazione per la diffusa contrazione della capacità di spesa dei cittadini e l’assenza di turismo, sarà nell’offerta di verde che l’Amministrazione comunale potrà ricostruire quel senso di comunità sfaldato dal distanziamento sociale.

Ed in quei quartieri della Città, dove il verde scarseggia, creare delle pedonalizzazioni temporanee per consentire il gioco e lo sport dei giovani. A Milano ci stanno pensando e le hanno battezzate play street, utili ad affrontare la “nuova normalità”, così hanno chiamato i Milanesi la Fase 2. In queste consigliamo anche di porre come arredo/barriera/delimitazione del verde temporaneo che poi, in futuro, potrà essere messo a dimora in parchi pubblici. 

E sarà sempre nei giardini pubblici che si potrà ricostruire il rapporto di fiducia tra Cittadini ed Amministrazione: se il “buon padre di famiglia” Luigi de Magistris saprà garantire qualcosa alla quale tutti potranno accedere indipendente della capacità di spesa.

Il futuro di Napoli sarà nel verde, o non sarà.

Una illustrazione di Cecilia Latella dal libro La Villa Comunale di Napoli salvata dai bambini