Sul tema sollevato dal quotidiano Il Mattino oggi, 11 novembre 2020 (pagina 29) a proposito del taglio dei pini della pineta de Le Tore, l’Associazione Premio GreenCare Aps suggerisce quanto segue.

Premesso che sarebbe auspicabile non piantare più i pini, favorendo il passaggio verso la lecceta (quercus ilex), in abbinamento con la macchia mediterranea per avere un verde resiliente sia agli incendi perché il leccio ricaccia vento, essendo una foresta più bassa, sia per aumentare la biodiversità, sia per minori problemi fitosanitari ed una più economica gestione, vogliamo sottolineare che la lecceta è anche esteticamente più pregevole e, non dovendo essere in purezza, può convivere con la roverella (quercus pubescens Willd) che è a foglia caduca e vive anche meglio del leccio.

La pineta de Le Tore già era stata travolta da un tornado nel 1974, riportando un’eradicazione totale. Una lezione da tenere ben a mente oggi, anche e soprattutto, in considerazione dei cambiamenti climatici. Quindi è necessario ripensare anche i 30 ettari delle Tore tenendo conto di tutti questi fattori.

L’evoluzione cosiddetta “climax” è la macchia mediterranea alta, governata in modo da essere fruibile, con roverella, mirto e lentisco nelle parti basse.

Le piante possono essere autoprodotte in vivaio, così che la ricostituzione del bosco potrà essere anche un’attività didattica per le scuole, per gli addetti ai lavori e per gli appassionati.

Il Comune di Sorrento potrebbe fare una convenzione con il Dipartimento di Agraria di Portici (Scienze Forestali e Ambientali) – Università degli Studi di Napoli Federico II – per accompagnare il processo di cambiamento, assistito dalle competenze.