Ci sono luoghi che più di altri ci mettono in contatto profondo con i segni inconfondibili delle stagioni.

Una passeggiata al Real Bosco di Capodimonte è davvero sorprendente: una caccia al tesoro alla scoperta dell’autunno, in cui già fa capolino un timido inverno.

Mi sono inoltrata nei viali che dalla Porta di Mezzo spingono il visitatore ad entrare all’interno del fitto bosco.

Le statue dell’emiciclo scintillano al sole, fresche di un recente restauro che ne ha rispolverato la lucente bellezza del marmo. Pare dicano “accomodati”, come un accogliente padrone di casa.

Il bosco reale è vivo e pieno di vita. Ascolto i versi degli uccelli più diversi che si alternano in un coro libero come sono liberi i loro voli, protetti tra le alberature di questi patriarchi verdi che fanno di questo luogo un Museo Verde a cielo aperto. Con la testa all’insù cerco di scorgerne qualcuno, ma non c’è nulla da fare: con disarmante abilità si mimetizzano tra gli alberi.

Qui siamo al cospetto dei tanti verdi del bosco reale, dal verde scuro del fitto sottobosco al verde intenso ”persiana napoletana” degli arbusti ad altezza d’uomo, al verde brillante dei prati, al verde che è già un grigio, ed a volte luccica al sole, come argento vivo, delle chiome più alte degli alberi.

E l’autunno introduce un nuovo colore, spargendo una coltre di foglie aranciate, come un tappeto morbido che al calpestio parla di un qualcosa che ha vita ancora, quando a terra si posa. All’orizzonte si staglia la Statua del Gigante, un punto bianchissimo come una luce che invita ad avanzare senza timore.

Provo gratitudine per la bellezza del luogo, così rallento il passo, mi accerto che la suoneria del telefono sia spenta. Non voglio che la mia presenza possa profanare l’armonia del luogo. Ed anche io voglio essere sintonizzata sulla naturale bellezza del bosco, senza ferite. Voglio essere parte di questo equilibrio tra tutte le cose del creato che qui hanno trovato il loro punto di allineamento da sempre.

Guardando con attenzione scorgo distese e macchie di ciclamini teneri e rosa, funghi bianchi, maculati o marroni dalle forme più svariate, le bacche rosse del pungitopo mi confermano che, nonostante tutto, arriverà Natale. Ed abbiamo così tanto bisogno di sapere che il ciclo della vita e delle stagioni, con i riti della nostra umanità, oggi ferita, sopravviveranno.

Le immagini sono di Benedetta de Falco