Rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza.

di Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta

La cipresseta di Fontegreca

Domani  domenica 21 marzo ufficialmente sarà primavera e solo a pronunciare questa parola ci sentiamo già meglio. Dal 2012 il 21 marzo è anche la Giornata Internazionale delle Foreste voluta dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) per sensibilizzare tutti sull’importanza ed il ruolo delle foreste e dei boschi.

Che cos’è una foresta? E’ un’ area della superficie terrestre costituita essenzialmente da alberi di alto fusto che crescono spontaneamente. Quando la foresta ha un’estensione limitata ed è soggetta a selvicoltura si definisce bosco. Gli alberi sono gli esseri viventi più antichi del pianeta e fin dai primordi dell’umanità sono stati importanti, e continuano ad esserlo, perché ci forniscono ancora oggi ossigeno, cibo e risorse ed intrappolano l’anidride carbonica e gli agenti inquinanti. Pertanto comprendiamo bene che vanno difesi per il nostro benessere.

In Campania c’è un bosco che dovremmo conoscere tutti per la sua bellezza e particolarità: il Bosco degli Zappini di Fontegreca. L’area del bosco ricade nel perimetro del Parco Regionale del Matese, sulle pendici occidentali del Matese campano, in provincia di Caserta. Questo bosco è costituito da cipressi del tipo Cupressus sempervirens varietà orizzontale con i rami perpendicolari al tronco. La formazione forestale della cipresseta, ubicata nel comune di Fontegreca, ha una superficie di 70 ettari e costituisce un patrimonio arboreo di grande valore scientifico. Un tempo Fontegreca era chiamata Fossaceca, prendendo il nome attuale dopo il 1930. L’arciprete della cattedrale di Isernia Giovan Vincenzo Ciarlanti nel 1644 in Memoria historica del Sannio scrive: “ nella terra di Fossaceca è una bella selva solo d’alti e folti cipressi sì grossi e grandi da’ quali non poca utilità e comodità si cava, poichè si tagliano legni fuor di modo lunghi e odorosi” sintetizzando l’ importanza dei cipressi per la comunità locale. Il nome Bosco degli Zappini secondo alcuni deriva dal francese sapin, abete, nome dato al bosco durante il periodo dell’occupazione francese nel Regno di Napoli, mentre altri fanno derivare il nome dal latino sa pinus, in riferimento alla pigna di pino o alle conifere in generale, oppure dal latino sapa, concentrato o succo, in riferimento alla resina dei cipressi.

Furono i pastori provenienti dai vicini Gallo e Letino, che portavano le loro greggi a fondovalle, a dare vita ai primi insediamenti abitativi nella zona nell’anno mille. La varietà di cipresso presente nel bosco è molto comune in Grecia e Turchia e si pensa che la cipresseta di Fontegreca possa essere un’area residua di cipressi che popolavano in epoche geologiche antiche  una vasta zona che andava dalla Turchia e la Grecia fino ad arrivare in Italia. Una particolarità interessante dei cipressi di quest’area è che non sono sensibili al cancro della corteccia provocato dal fungo Seiridium cardinale che sta uccidendo tantissimi cipressi nel bacino del Mediterraneo. Questa resistenza alla malattia e la presenza della sola varietà orizzontale, così antica, ha fatto sì che questi cipressi siano diventati oggetto di studio ed indagine da parte della comunità scientifica nazionale ed internazionale. Il bosco degli Zappini, realtà unica in Italia, è attraversato dal fiume Sava, affluente del fiume volturno. Il Sava, scrosciando attraverso i numerosi dirupi della zona, forma numerose cascatelle, pozze e piscine naturali, molto apprezzate da coloro che durante la stagione estiva visitano questo luogo, dotato di sentieri e di aree per la sosta. E’ importante per la conservazione del bosco sviluppare un turismo consapevole dell’unicità del patrimonio botanico del luogo, abitato anche da rapaci e mammiferi, affinchè la fruizione sia sostenibile e compatibile con la sua salvaguardia.