Di Verde in Verde. Camminare in un giardino con empatia, curiosità e lentezza. La rubrica del sabato di Sabato non Solo Sport in allegato con il Mattino, edizione di Caserta.

Ne è autrice Addolorata Ines Peduto, presidente del GreenCare Caserta.

E’ stato bello il 14 febbraio scorso, di sera, vedere i fiocchi di neve cadere leggeri sulla città. Ogni volta che li vedo cadere penso alla loro geometria ed alla loro simmetria esagonale. Se li guardiamo al microscopio si rivelano come splendidi gioielli, tante stelle diverse tra loro e tutte a sei punte.

Questa meravigliosa geometria è stata catturata come per magia dalle foglie di una pianta del sud-est asiatico: la Trevesia palmata. Due esemplari di questa araliacea hanno dimorato per alcuni anni in vaso nella zona del giardino dedicata alle piante esotiche. D’inverno venivano ricoverati nella grande serra monumentale post unitaria per essere poi spostati in estate all’ ombra delle antiche canfore vicino al piccolo specchio d’acqua,  che accoglie esemplari di piante acquatiche,  chiamato Acquario.

Oggi è possibile ammirare queste splendide esotiche nel Bagno di Venere, in piena terra, addossate alla parete rocciosa che nasconde il Criptoportico. La Dea Venere è visibilmente soddisfatta di questa vicinanza e veglia su queste foglie fiocco di neve, lucide, sempreverdi e intagliate alla perfezione da madre natura.

Il genere fu dedicato alla famiglia Treves dei Bonfili di Padova, appassionati di botanica e mecenati del 1800. Le infiorescenze profumate  sono a forma di pannocchia, costituite da una decina di fiori di colore bianco giallastri. Per la forma particolare delle foglie viene chiamata nei paesi di lingua anglosassone, snowflake aralia, aralia fiocco di neve.

Una curiosità di etnobotanica: le foglie giovani e le infiorescenze vengono bollite e consumate dalle popolazioni locali del sud-est asiatico.