Come ha già molto bene evidenziato La Repubblica Napoli, la collina di Posillipo è interessata da un taglio costante di pini domestici che in pochi anni ha visto modificarsi l’aspetto di quella porzione di città, depauperandola di alberi in buona salute per mancanza di una progressiva sostituzione degli alberi ammalati, ed offrendola ad un degrado progressivo con l’evidenza di un cimitero di tronchi segati.

Un fenomeno che proseguirà senza tregua perché il pino domestico dal 2015 è attaccato dalla cosiddetta cocciniglia tartaruga – toumeyella parvicornis – , un insetto emittero succhiatore, di origine americana.

Cambierà l’aspetto del nostro paesaggio urbano molto rapidamente, per questo sono urgenti misure di studio, prevenzione ed anche sostituzione degli alberi ammalati per ripristinare anche l’apporto di ossigeno che una pianta giovane, ed in buona salute, offre all’aria che respiriamo.

Abbiamo chiesto ad Alessandra Vinciguerra, direttrice dei Giardini La Mortella di Ischia e presidente della Fondazione Walton, di spiegarci qualcosa in più sulla cocciniglia tartaruga, i suoi effetti e le eventuali misure da prendere per contrastarla.

Pubblichiamo una sua breve nota. Ringraziamo Repubblica Napoli per le immagini.

“A colpire i nostri pini è una cocciniglia, un insetto emittero succhiatore, di origine americana.

Detta anche cocciniglia tartaruga del pino, la Toumeyella parvicornis è  stata segnalata in Italia per la prima volta nel 2015.

Sta contribuendo al declino ed alla mortalità del pino domestico (Pinus pinea) nei dintorni di Napoli, in Campania, in particolare nelle aree urbane. E’, inoltre, presente in tutta la Costiera, Ischia, Capri: tutte zone ad altissimo valore paesaggistico, dove mette a repentaglio il paesaggio e l’attività turistica ad esso collegato.

La Toumeyella è originaria della zona sud-orientale degli Stati Uniti, dove non viene considerato come insetto dannoso, perché ha solo una generazione all’anno.

Introdotto nei Caraibi, dove ha 5 generazioni all’anno, ha sterminato il Pinus caribaea var. bahamensis nelle isole di Turks e Caicos, modificando radicalmente l’ecologia delle isole.

Anche da noi ha almeno 4 generazioni e predilige il Pinus pinea, il pino-simbolo del paesaggio mediterraneo.

Le cocciniglie si attaccano sui rami di pino, succhiando la linfa e producendo enormi quantità di melata resinosa che dà al pino e a tutto quello che si trova al di sotto un aspetto lucido, quasi bagnato.

Inoltre, la melata è appiccicosa ed imbratta tutto. In seguito, muffe fuligginose si sviluppano sulla melata, ricoprendo di fumaggine nera anche il terreno ed i manufatti che si trovano sotto le piante colpite. Tutto assume un aspetto sporco e morente.

La Toumeyella può portare alla morte un pino nel giro di 3 anni.

Al momento non esistono metodi di lotta risolutori, ma si può contrastare l’attacco con lavaggi appositi. Si stanno anche valutando da più parti le tecniche endoterapiche, le cosiddette “iniezioni” ai tronchi, ma la sperimentazione è ancora lasciata all’iniziativa dei singoli.

Il Dipartimento di Entomologia della Facoltà di Agraria ha iniziato a studiare la Toumeyella, ma servono finanziamenti importanti per condurre uno studio sistematico ed identificare metodi di lotta ed organismi antagonisti”. Alessandra Vinciguerra