Rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza.

di Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta

Il Liquidambar styraciflua o “l’albero con le stelline che cadono

Ricordo che alcuni anni fa durante un percorso tattile ed olfattivo nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta alcuni alunni di una scuola elementare arrivati in prossimità di un albero monumentale, lo Storace americano o Noce satinato, lo chiamarono “l’albero con le stelline che cadono”. Eravamo in pieno autunno e questa affermazione era la più bella descrizione che avessi mai ascoltato su quest’albero.

Le sue foglie caduche sembravano davvero tante stelline cadenti. Le foglie palmate, composte da cinque a sette lobi, con apice acuminato e margine seghettato (in foto), sono lunghe dai dodici ai quindici centimetri e possono ricordare nella forma e nel colore le stelle, quando finita l’estate il loro colore incomincia a virare dal verde brillante al giallo dorato. Basta un leggero soffio di vento perché le foglie autunnali, portate da piccioli lunghi ed esili, ondeggino e si stacchino roteando infinite volte prima di toccare il suolo. I colori di alcune di loro sfumano nell’arancio e nel viola catturando lo sguardo ed accrescendo il desiderio di raccoglierle. Le infruttescenze globose o falsi frutti (in foto) con prominenze spinescenti non sono pungenti e sono costituite da più capsule contenenti semi alati. Presentano una consistenza legnosa e sono portati da lunghi peduncoli e, come si può vedere in foto, sono molto particolari. Lo Storace americano o Noce satinato, nome scientifico Liquidambar styraciflua, è originario  di un’area che si estende dal Nord America orientale fino al Centro America. Il suo nome deriva dalla resina profumata che sgorga dalla corteccia incisa che ricorda l’ambra liquida. Essa è utilizzata in profumeria come fissatore di alcune fragranze e per aromatizzare i cibi ed il tabacco. Gli indiani d’America masticavano la resina per pulire i denti ed insieme agli  Aztechi sfruttavano le sue proprietà medicamentose. Quest’albero arrivato in Europa sul finire del XVII secolo conquistò subito i giardini europei per la sua maestosità e le bellissime tonalità delle sue foglie autunnali. Ho sempre ammirato gli esemplari presenti nel Giardino Inglese e nel Giardino Flora della Reggia di Caserta. In quest’ultimo sono presenti alcuni esemplari dai tronchi eretti e slanciati che superano i venti metri di altezza. Il Giardino “con fontana di Flora” presente nella “Dichiarazione dei Disegni” (1756) di Luigi Vanvitelli fu completato solo nel 1837 quando fu affidato all’architetto della Real Casa Gaetano Di Lillo ed al botanico Giovanni Gussone l’incarico di risistemare a giardino l’area di due ettari in cui giacevano in deposito i materiali utilizzati per la costruzione della Reggia. Gussone piantò ben settecentocinquanta piante di agrumi insieme ad altre piante di alto fusto e piante sempreverdi da fiore. Oggi questo giardino aspetta di essere aperto per fruire della generosa bellezza delle sue piante monumentali a pochi passi dal centro storico di Caserta.

Nel mese di ottobre del 2018 ho avuto modo di conoscere un altro bellissimo esemplare di Liquidambar presente nella villa comunale di San Nicola la Strada (CE) grazie ad una passeggiata organizzata dal WWF di Caserta per il progetto “Urban Nature”. Questa villa è situata nel vecchio giardino del Convitto e Orfanotrofio Santa Maria delle Grazie fondato dai Borbone nel 1837. L’Associazione dei Volontari del Real Convitto ed i volontari del Gruppo di Protezione Civile si occupano della sua manutenzione e cura quotidiana. Dai volontari sono state create delle aiuole didattiche dove sono ospitati anche animali da cortile. Recandoci nella Villa Comunale di San Nicola la Strada è molto facile identificare le piante che vi dimorano, come il nostro Liquidambar, avvicinando il cellulare ad un codice QR, un codice a barre bidimensionale impiegato per memorizzare informazioni, posizionato dal WWF Caserta in vicinanza di tutte le specie arboree e arbustive presenti. La Villa Comunale di San Nicola non solo è un polmone verde per i suoi abitanti, ma assume un significato particolare per la sua storia legata alla famiglia reale dei Borbone. Essa è vissuta come luogo di incontro e di inclusione come lo sono tutte le ville comunali delle città. Pertanto vanno protette ed i tesori botanici che custodiscono devono essere raccontati e conosciuti affinchè cresca sempre di più una coscienza di salvaguardia dell’ambiente che ci circonda.