Rubrica Di Verde in Verde: Camminare in giardino con empatia, curiosità e lentezza.

di Addolorata Ines Peduto, Presidente GreenCare Caserta

 

  “Era de maggio … e tutto lu ciardino addurava de rose a ciente passe …” nel Giardino dei Duchi Guevara di Bovino

La rosa è la regina dei fiori.  Chi di noi non ricorda un momento importante della propria vita che non sia stato accompagnato dalla sua presenza? C’è una canzone in lingua napoletana, musiche di Mario Pasquale Costa, tratta da una poesia di Salvatore Di GiacomoEra de maggio” di cui scrivo solo alcuni versi:

Era de maggio, e te cadeano  nzino
A schiocche a schiocche li ccerase rosse
Fresca era ll’aria e tutto lu ciardino
Addurava de rose a ciente passe.

Versi che raccontano l’unione inscindibile tra i giardini e le rose!

Molti giardini, pubblici e privati, custodiscono le rose come opere preziose e capolavori di madre natura e tra quelli visitati ne ricordo uno con immensa gioia perché visitare un giardino godendo della sua bellezza è pura gioia. Un giardino ricco di rose e piante provenienti da ogni parte del mondo non può che generare piacere, meraviglia, fascino, benessere, conforto e speranza.

Nel comune di Recale, a pochi Km dalla Reggia di Caserta, c’è uno di questi giardini, il giardino dei Duchi Guevara di Bovino, proprietà passata alla famiglia Porfidia nel 1936. La famiglia Guevara di Bovino era accreditata presso la corte dei Borbone e scelse quel luogo come residenza estiva per la vicinanza alla Reggia vanvitelliana nella seconda metà del XVIII secolo.  La duchessa Anna Maria Suardo Guevara di Bovino era dama di compagnia della regina Maria Carolina e nel palazzo con annesso giardino e vicino bosco di lecci (Quercus ilex) si organizzavano feste, balli, concerti e battute di caccia.

Nel 1781 Ferdinando IV di Borbone concesse alla duchessa un regalo prezioso per il suo giardino: un carlino d’acqua dell’ Acquedotto Carolino a titolo gratuito. Questo giardino fu concepito come giardino all’italiana, con aiuole geometriche e siepi sempreverdi, e si caratterizza ancora oggi per la presenza di sculture vegetali (ars topiaria) realizzate sagomando piante come il bosso (Buxus sempervirens) e il Tasso (Taxus baccata). E’ unico il viale degli ombrellini con i bossi sagomati  a parasole, braccioli e spalliere per abbellire le panchine in pietra vesuviana. A seguito dei fermenti culturali che animarono tutto il XVIII secolo, improntati alla riscoperta della dignità umana e della natura, furono aggiunti a questi elementi geometrici alcuni alberi esotici come la canfora (Cinnamomum camphora), l’albero dei tulipani (Liriodendron tulifera) e le camelie (Camellia japonica) secondo la moda del giardino informale e di paesaggio che aveva conquistato tutte le corti europee compresa quella del Regno di Napoli con la realizzazione del giardino inglese nella vicina Reggia di Caserta.

Questi alberi lasciati liberi di crescere seguendo il loro portamento naturale conferiscono al giardino, con le loro chiome non potate, quella spontaneità e disordine apparente contaminando il giardino all’italiana e le sue rigide geometrie. Più tardi anche il bosco di lecci (Quercus ilex) è stato inglobato nel giardino diventando un luogo romantico dove passeggiare e godere della vista di una peschiera ellittica, di buffet in muratura e fontane. Queste commistioni dovute ai diversi periodi storici attraversati hanno regalato al giardino un fascino particolare tutto da scoprire. Un mattino di due anni fa mi recai in visita al giardino con il mio inseparabile quaderno degli appunti ed incontrai una rosa antichissima e molto particolare: la Rosa roxburghii ‘Plena’. La sua esuberanza ed il colore dei petali catturarono subito la mia curiosità e seguii le sue tracce per tutto il giardino. Alla fine i suoi rami colmi di rose mi portarono su un ballatoio con ringhiera dove cresceva core a core con un muro di sostegno allungandosi sulle mattonelle in cotto che ne rivestivano un tratto (in foto).

Quello che mi entusiasmò furono i calici che racchiudevano i boccioli (in foto) perchè ricoperti da setole verdi. Quando in autunno diventano maturi e danno luogo ai falsi frutti, chiamati cinorrodi, le setole diventano pungenti come i ricci di una castagna. Per questa peculiarità questa rosa è chiamata comunemente Rosa castagna. Le sue origini non sono certe e probabilmente deriva dalla Rosa chinensis per la sua rifiorenza. I fiori sono stradoppi ed emanano un profumo delicato mentre  i petali sono di un rosa più scuro all’interno con sfumature lilla e più chiaro all’esterno. Fu dedicata a William Roxburgh (1751-1815) sovrintendente del giardino botanico di Calcutta dove la rosa arrivò dalla Cina nel 1824 e fu poi inviata in Inghilterra l’anno dopo. Quando i rami invecchiano la corteccia tende a sfaldarsi ed alla base delle foglie sono presenti coppie di spine aguzze. 40 milioni di anni fa le rose c’erano! Un tempo tutte le rose esistevano allo stato selvatico e crescevano dal Circolo Polare Artico fino all’Etiopia, all’India e della Cina e non si conoscevano rose spontanee nell’emisfero australe.

Nel XIX secolo sono stati i numerosi viaggiatori botanici a portare rose anche al di sotto dell’equatore dove si sono perfettamente adattate. Tutte le specie coltivate che conosciamo oggi discendono dalle specie selvatiche ibridate tra loro e seminate per ottenere caratteristiche nuove come per esempio aumentare il numero di petali. Per visitare un giardino storico bisogna, almeno la prima volta, essere accompagnati dal suo curatore e se questo curatore è un appassionato e instancabile conoscitore di ogni angolo del giardino e della sua storia, come per questo giardino, allora voi ci vorrete ritornare, non una volta, ma cento volte.

Vi segnaliamo:

Domenica 09 Maggio 2021 apertura straordinaria del Giardino di Villa Suardo Guevara duchi di Bovino a Recale (Caserta), oggi nota anche come Villa Porfidia, con visite guidate alle ore 10:30 e ore 12:00, ore 17:00 e ore 18:30.
La prenotazione è obbligatoria rispondendo con un messaggio whatsapp a questo cellulare (3334040198) indicando il proprio nome e cognome e quello di eventuali accompagnatori.
Stante la situazione di emergenza sanitaria in corso, si consiglia di arrivare 15 minuti prima del turno scelto. L’ingresso è riservato solo ai prenotati. È obbligatorio indossare la mascherina.
Il contributo donativo è di € 10.00 a persona
(Graditi tagli da 5/10/20€)
Gratuità per bambini e ragazzi fino a 18 anni.

🏡 indirizzo: su googlemap cercare Villa dei Duchi Suardo Guevara di Bovino, Piazza della Repubblica n. 5, Recale (Caserta).
🅿️ parcheggio: un ampio parcheggio (gratuito) è posto di fronte all’ingresso della villa.